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Addio alle scuole di via De Vito e via Firenze

Una sarà demolita, l'altra venduta a privati, studenti 'in affitto' da privati

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Il centro storico si appresta a perdere due simboli scolastici: la scuola Primaria di via De Vito e la materna di via Firenze che hanno visto intere generazioni di sansalvesi correre nei loro corridoi. Stando ai documenti sembra proprio di sì.

Nel programma triennale dei lavori pubblici, approvato lo scorso ottobre con la delibera di giunta n. 216, l’amministrazione comunale intende delocalizzare questi due plessi in altro luogo.
La sede prevista per il nuovo Polo scolastico, è stata già definita, i terreni scelti dall’amministrazione comunale sono quelli tra via liquirizia e via Melvin Jones, per lavori che ammontano ad una somma complessiva di 4 milioni di euro.

Come già previsto per le scuole medie e per gli edifici comunali, l’amministrazione sta compiendo l'adeguamento sismico di tutte le strutture. Per le scuole in questione, a differenze degli altri edifici, la spesa risulterebbe eccessiva, ammonterebbe a 8 milioni di euro (250euro al mc. per 31.182 mc.).
Il destino delle due scuole? La scuola di via Firenze successivamente verrebbe posta in vendita a privati, mentre quella di via De Vito, dovrebbe essere demolita - stando a quanto rivelato qualche tempo fa dall'assessore Giancarlo Lippis - per potervi ricavare nuovi parcheggi ad uso del centro storico.

L’incarico per il progetto preliminare è stato affidato all’architetto Dino Cilli - già affidatario dei lavori di rifacimento dei marciapiedi di via Montenero - con la determina n. 178 del 26 novembre 2014, il progetto è stato approvato il giorno dopo con una delibera di giunta n. 241 del 27 novembre 2014, in assenza in maniera irrituale, del sindaco Tiziana Magnacca e dell’assessore Oliviero Faienza.

Il costo dell’opera ammonta dunque a 4 milioni di euro, dei quali 500 mila euro saranno destinati all’acquisto dei terreni di proprietà di privati, che verranno dunque sottoposti a procedura di esproprio. Il passaggio in consiglio comunale avverrà quando bisognerà variare il piano regolatore attualmente vigente, in quanto i terreni prescelti non hanno la necessaria destinazione urbanistica.

L’intento dell’amministrazione, è quello di finanziare il progetto al 50% con fondi richiesti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al 50% mediante un contratto di disponibilità. Con questa formula un privato costruisce un’opera destinata all’esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo. La città dunque pagherebbe un canone per l’utilizzo degli edifici scolastici non più pubblici, ma, appunto, di privati.

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