Era il 26 gennaio 2016, quando denunciavamo l'aumento dei canoni consortili, con una delibera dell'allora commissario Giampiero Lembroni, prima delle sue dimissioni dal Consorzio di Bonifica (leggi).
Oggi sono giunte i primi bollettini di versamento, che confermano quegli aumenti. Per un ettaro di terra, si è passati da 156 euro a 240 euro annui, senza avere in cambio alcun servizio. Anzi, i disservizi del Consorzio di Bonifica sono aumentati. Una manutenzione dei canali assente, che vanifica i lavori e gli investimenti di quanti cercano di migliorare i propri impianti.
Una raccolta firme, circa 300 ad oggi, è stata intrapresa dagli agricoltori, che intendono portare all'attenzione delle autorità preposte, i danni che questo comportamento omissivo sta portando all'agricoltura locale (leggi)
Poche gocce di pioggia, questo fine settimana, hanno aumentato il livello delle acque, che puntualmente allagano i terreni confinanti.
L'attenzione del Consorzio e della sua attuale dirigenza è puntata sulla diga di Chiauci, che sembra debba risolvere ogni problema dell'agricoltura locale. Non si provvede però all'ordinaria manutenzione dell'esistente e che di fatto compromette il lavoro e gli investimenti dei pochi imprenditori agricoli rimasti.
La protesta che sta salendo da parte degli agricoltori, non riguarda dunque l'aumento dei canoni, ma la mancanza di servizi consequenziale a questi pagamenti. Dove finiscono i versamenti dei canoni se non servono alla manutenzione dei canali?
La decisione di aumentare i canoni consortili, venne presa senza alcun pare della consulta delle associazioni di categoria. Pochi gli atti del commissario Leombroni, aumenti e nuove assunzioni con tre bandi per tirocinanti, nonostante i diversi stipendi arretrati che i dipendenti del consorzio vantano nei confronti dell'ente. Di questo quando se ne parlerà ?