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Il segreto di Giomix68, “la fotografia te la devi sentire nell’anima”

Storie di vita

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Nicola Palma Ucci, in arte Giomix68, come lui stesso ama definirsi non è un fotografo professionista ma è più semplicemente un fotoamatore che da diverso tempo collabora con cittanet coi i suoi scatti nell’immortalare eventi, luoghi e persone.

Mi parli un po’ di te?

Sono originario di Monteodorisio e sono nato il giorno della domenica delle palme perciò mi chiamo Nicola Palma. Sono stato battezzato lo stesso giorno perché una volta si diceva che se si battezzava un bambino prima delle 24 ore, si liberava un’anima dal purgatorio.  Sono sempre stato affascinato dal mondo dell'elettricità. Figurati che a 5 anni mi divertivo a manomettere i fili elettrici e così, appena finite le scuole medie, mi sono iscritto al corso per elettricista alle scuole dei Salesiani di Vasto. A quindici anni ho subito cominciato a lavorare come elettricista per diverse aziende del territorio. Qualche anno dopo ho scoperto anche la passione del Dj e ho seguito un corso per corrispondenza con la And Dj di Treviso. Avevo sedici anni ed ero convinto che questo lavoro mi dava la possibilità di avere un sacco di amici e infatti così è stato. Dopo questo corso, trascorrevo i fine settimana in giro per le discoteche e dentro le radio della zona, Radio Agorà, Studio99, Rtva che poi è divenuta Prima Rete. Il boss di quest’ultima radio mi aveva coinvolto anche in Trsp dove per due anni oltre a fare il Dj e il video operatore, per via delle mie competenze elettriche mi occupavo anche della manutenzione dei ripetitori. Il lavoro del Dj l’ho portato avanti per diversi anni. Fino all’altra sera sono stato ad animare la festa di un amico che compiva 50 anni con le musiche degli anni ‘80. Nel 1994 sono entrato a lavorare nell’azienda in cui tuttora lavoro. Mi sono trasferito a San Salvo quando mi sono sposato con la mia dolce metà Angela Palmerini. 

E il nome Giomix68?

Negli anni ‘80 per farmi riconoscere come Dj avevo acquisito il nome Giomix. “Gio” era il nome di un gattino a cui ero molto affezionato e che era morto. Mix come mixaggio.  Solo che nel 2010 osservando la rete mi sono accorto che di Giomix ce ne erano tantissimi e così per distinguermi dagli altri ho aggiunto 68 che è il mio anno di nascita. Quando è arrivato Facebook c’era la tendenza a voler mantenere l’anonimato e per questo mi ero iscritto utilizzando il nome Giomix68. Solo recentemente ho cominciato ad associarci il mio nome.

E la passione per la fotografia invece come è nata?

Questa passione l’ho sempre avuta. Mio padre mi ha regalato una macchinetta fotografica compatta che mi sono portata avanti per un sacco di tempo. Me lo sono portato persino sotto il militare. Anche se ogni tanto volevo fare qualcosa di più ma i costi di una buona macchinetta erano proibitivi. Nel 2010 con l’avvento del digitale mi sono potuto permettere di comprare una macchinetta che mi permetteva di raggiungere determinati risultati. In seguito ho comprato anche degli obiettivi e da autodidatta ho imparato a conoscere dei software di fotografia e mi sono appassionato anche al mondo dei computer.

Hai un sogno o un desiderio da realizzare con il mondo della fotografia?

Mi piacerebbe costituire un gruppo di fotografi e allestire uno studio fotografico a disposizione per quanti, come me, vogliono approfondire la passione e l’esercizio della fotografia.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti?

Due sono i tipi di soggetti che amo immortalare. A me piace tantissimo fotografare le modelle. E questo è un’ impostazione da studio dove tutti i principali elementi delle fotografie avvengono in un sistema  controllato. E poi al suo opposto mi piace il lavoro del fotoreporter che ti permette di raccontare, a volte anche con pochi scatti degli eventi o dei fatti.

Tra queste due logiche diverse di fotografare, quale ti lascia maggiori emozioni e in qualche modo mi sapresti descrivere le tue sensazioni?

Sono due cose diverse. Ma una cosa è sicura: una foto davvero bella ti deve lasciare un’emozione. Immaginati che stai osservando una serie di fotografie e le passi una dopo l’altra, quasi distrattamente, poi arriva quella che cattura la tua attenzione perché ti fa scattare qualcosa dentro di te che è davvero speciale. Io scatto fotografie perché mi fa star bene ma la vera emozione la ritrovo non nel quadrante in cui ricontrollo solo la luce e cose del genere. Ma la vera emozione la provo quando vado a rivedere i miei scatti al computer perchè è lì che mi accorgo veramente se sono riuscito nel mio scopo. Uno stesso soggetto fotografato da più persone non danno le stesse emozioni perché cambia l’anima con cui si fotografa e quel fermo immagine magicamente  riesce a trasmettere in chi l’osserva anche l’emozione di chi scatta. Le fotografie possono diventare come i quadri di un grande pittore. La fotografia te la devi sentire nell’anima.

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