Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Taralli di San Vitale: 3 giorni di preparazione per onorare il Santo patrono

Reportage di Nicola Palma Ucci

Condividi su:

Si sono concluse ieri le preparazioni dei tradizionali taralli di San Vitale. Dal 23 nella palestra in via De Vito decine di devoti sono al lavoro per preparare circa 15 mila taralli, che verranno benedetti dal parroco di San Giuseppe, don Raimondo Artese e distribuiti durante la festa patronale di oggi 27 e 28 aprile. In tre giorni sono stati lavorati circa 13 quintali di farina.

Sono cinque i panifici storici che da decenni offrono la loro disponibilità per la cottura dei taralli: Granatello, San Giuseppe, Fabrizio, D’Achille e Raspa. Come prevede la tradizione, in tantissimi si sono riuniti per preparare “le Pircillete”, il nome popolare in dialetto sansalvese con cui vengono chiamati i caratteristici taralli a forma di ruota dentellata. Il centro del tarallo rappresenta il martirio mentre i tagli esterni rappresentano la corona. Ogni tarallo verrà poi segnato con il sigillo del Santo. 
Secondo la ricetta più antica, venivano impastati senza lievito e offerti ai poveri in occasione delle feste patronali. I taralli, però, possono essere distribuiti soltanto dopo la benedizione, come simbolo della sacralità del pane e del grano.

Una tradizione che non accenna a scomparire e che coinvolge ogni anno decine di persone. Ai volontari dei taralli di San Vitale è arrivato anche il pensiero del sindaco Tiziana Magnacca, “Ringrazio il Comitato per l’impegno profuso nell’organizzazione dei festeggiamenti che non mancherà di coinvolgere la comunità di San Salvo e quanti dai comuni limitrofi vorranno con noi festeggiare San Vitale Martire” ha dichiarato il sindaco. "Un appuntamento fisso che unisce l’intera comunità", raccontano le lavoratrici, "è una tradizione molto impegnativa, che richiede tempo e fatica, che è motivata solo dalla devozione al santo".

Quest’anno il comitato feste ha voluto riproporre la tradizione della “Pipizzera”, di struttura a forma ovale, di dimensioni all’incirca 70 cm di diametro e 170 cm di altezza, che in antichità era stata donata dal mugnaio al Santo dopo aver macinato il grano offerto dai cittadini per la produzione dei “Porcellati e sagne” ed è decorata da dolci locali e fiocchi colorati.

Reportage Fotografico di Nicola Palma Ucci

Condividi su:

Seguici su Facebook