Domenica 9 Maggio per il settimo anno, torna Voler Bene all’Italia la festa nazionale
per la valorizzazione dei Piccoli Comuni Italiani.
In tutti i Comuni che hanno aderito asll’iniziativa si terranno feste, sagre, convegni, passeggiate, aperture dei musei e tanti altri eventi per celebrare la piccola Italia, quella dei comuni minori, grande però nei numeri, nell’innovazione, nella cultura e nella tradizione.
Un Italia da difendere e promuovere, un pezzo di paese di cui andare orgogliosi.
"Questa nostra terra, dove ogni valle e ogni cima ha un nome di famiglia, dove, a scavare colline, ci si accorge che sono tombe sulle quali noi siamo cresciuti, senza che mai si sia rotto nei millenni il filo della parentela con quei sepolti". “Allora, nasce dentro di noi come un intenerimento e si sente allora, come non mai, di volere bene, ma molto bene, all'Italia”.
(dal carteggio tra Pietro Pancrazi e Pietro Calamandrei, intellettuali antifascisti)
Dalla suggestione di questo carteggio tra i due intellettuali nasce il nome Voler Bene all’Italia, con cui Legambiente ha battezzato la giornata di festa dei e per i piccoli comuni.
Una festa che si ripete ogni maggio dal 2004 ed è realizzata sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il sostegno di un vasto Comitato Promotore.
Una giornata di festa per tutti coloro che in questi luoghi vivono, ma anche per quanti hanno imparato ad apprezzarli ed amarli, un’occasione per scoprire i tanti gioielli che si nascondono dentro questa Italia poco nota. Voler bene all’Italia vede ogni anno l’adesione di migliaia di comuni, parchi, comunità montane, regioni e province, ma anche di scuole, associazioni di volontariato e molte altre realtà culturali e produttive locali. Un insieme variegato di istituzioni e soggetti territoriali, che per l’occasione si mobilitano all’unisono e aprono le porte dei loro borghi, facendo percepire la voce festosa di quest’Italia, minore solo nelle liste dell’anagrafe.
Una PiccolaGrandeItalia insomma, ben descritta dalle parole dell’ex Presidente della Repubblica. Carlo Azeglio Ciampi, infatti, durante il suo settennato ha sempre sostenuto questi luoghi, ricordando che: “Questi borghi rappresentano un presidio di civiltà, concorrono a formare un argine contro il degrado idrogeologico e spesso posseggono impianti urbani medievali, antichi, di grande valore. Riconquistiamo questi luoghi”.