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Siv: 20 anni fa iniziava l'era Pilkington con Paolo Scaroni

L'articolo dell'epoca di 'Repubblica'

a cura della redazione
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Così a gennaio 1994 La Repubblica descriveva la situazione Siv

MILANO - Circa 110 miliardi d' investimenti entro il 1995, mantenimento dell' occupazione negli impianti chiave della società ma riduzione degli occupati complessivi da quasi 4100 a 3700, riorganizzazione per divisioni delle attività aziendali puntando a fare del vetro per l' edilizia un settore portante al pari del vetro per auto: il business plan che ha permesso all' accoppiata Techint-Pilkington di battere la concorrenza dell' americana Guardian nella corsa al controllo della Siv ha passato l' esame più severo sui tavoli di Mediobanca, incaricata di seguire la privatizzazione della società ceduta dall' Efim. Poi il compito di dare via libera è toccato al commissario Alberto Predieri.

L'ultimo tassello, quello che ha permesso il via libera definitivo all' operazione due giorni prima di Natale, è stato il disco verde acceso dalla Comunità europea. Il compito di tenere a battesimo la joint venture anglo-italiana sulla Siv tocca a una vecchia conoscenza dell' industria del vetro europea: Paolo Scaroni, attualmente amministratore delegato della Techint e in passato al vertice di Saint-Gobain. Tocca a lui il compito di guidare la società acquirente della Siv, controllata alla pari dalla Techint della famiglia Rocca e dalla Pilkington.

La carica di presidente, invece, toccherà a un rappresentante del gruppo inglese (una public company quotata in Inghilterra e Germania con un fatturato consolidato di oltre 2500 milioni di sterline). Una scelta, quella di Scaroni, pressoché scontata in quanto è lui il dirigente Techint ben conosciuto dal management della Pilkington proprio dai tempi in cui lavorava in Saint-Gobain. Anche per questo gli inglesi, alla ricerca di un partner italiano con cui condurre in porto l' acquisto della Siv, hanno bussato alla porta di Techint. Trovando ottima accoglienza in quanto il gruppo, che fattura attualmente in Italia 800 miliardi di lire, ha come obiettivo il rafforzamento delle posizioni sul mercato di origine della famiglia Rocca (la Techint, fondata nel 1945 da Agostino Rocca dopo il trasferimento in Sud America, ha un fatturato consolidato superiore a 2 miliardi di dollari americani, un patrimonio netto intorno a 1,8 miliardi di dollari e occupa 27500 dipendenti).

L'intesa con Pilkington ha permesso di battere la concorrenza dell' americana Guardian, interessata a sbarcare in forze sul mercato europeo del vetro per l' auto dopo aver conquistato posizioni importanti nel vetro per l' edilizia e rimasta in gara dopo la sostanziale ritirata della Fidenza vetraria di Gianni Varasi. Una vittoria rimarcata da Scaroni con soddisfazione perché per una volta le privatizzazioni non finiscono con la vendita di società a gruppi esteri. "L' alleanza con Pilkington - spiega l' amministratore delegato della Techint - permette d' internazionalizzare la società mantenendone le radici in Italia".La dote principale della Siv è il secondo posto nella classifica dei produttori per auto in Europa, con il 23% delle vendite che sommato al 16-17% della Pilkington permette di raggiungere una massa critica non molto inferiore al 43% di Saint-Gobain.

La presenza Siv nel settore nasce storicamente dalle forniture di vetro per la Fiat a partire dagli anni Sessanta. E dall' ostinazione con cui Franco Gringeri, un dirigente delle Partecipazioni statali che ha rappresentato l' Enrico Mattei del vetro, ha orientato i float, cioè i grandi impianti da cui escono le lastre di vetro, verso i prodotti destinati all' industria automobilistica, che hanno un valore aggiunto più elevato rispetto a quelli destinati all' edilizia. Attualmente la Siv è il primo produttore e distributore di vetro auto in Italia e a livello internazionale ha come clienti le principali aziende automobilistiche. In primo luogo General motors (che rappresenta circa un quarto delle vendite), seguita da Volkswagen (15%), Renault (13,7%) e Fiat (11,5%). Nel settore l' obiettivo è di migliorare la redditività degli impianti e rivedere la strategia commerciale nella convinzione che la svalutazione della lira permetta l' aumento della quota di mercato.

Per l'edilizia, invece, la joint venture punta sul completamento della gamma produttiva grazie alle sinergie con Pilkington, sulla concentrazione delle vendite nelle aree di mercato vicine agli impianti di produzione. In particolare l' obiettivo è di centralizzare il vetro per edilizia nello stabilimento della Veneziana vetro, portando la società a concentrarsi su un mercato densamente popolato e con elevati consumi, compreso in un raggio di 500 chilometri dal float di Porto Marghera. Verranno cedute, infine, le attività nella componentistica per auto, non integrate nei filoni produttivi tradizionali. Su tutti i fronti la terapia adottata per il rilancio della Siv prevede il taglio drastico delle spese generali, contribuendo così a cancellare il rosso dai bilanci aziendali, negativi da un paio d' anni nonostante i buoni risultati della gestione industriale. La redditività operativa della Siv, infatti, è storicamente elevata. Basta considerare che, nonostante la caduta drammatica del mercato dell' auto, il margine operativo lordo è stato nel 1993 intorno a 90 miliardi, mentre il risultato netto risulta negativo per circa 40 miliardi, in parte condizionato da oneri straordinari com' era accaduto nell' anno precedente.

Fabio Tamburini
14 gennaio 1994, Sezione Affari e finanza, La Repubbblica

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