Erano figli, e non ne avranno mai.
Erano angeli, lupi e sirene,
non avevano letto Beckett, Joyce o Proust, (o forse li avevano letti troppo),
nemmeno Crepax o Manara, Black o Capitan Miki,
forse Dylan Dog passando per Tex e Diabolik.
A volte erano bulli; spesso, piangevano in solitudine.
Non avevano sonno, né Fede, e tanto meno Speranza.
avevano i CD, il telefonino e internet,
avevano soldi, macchine e sesso.
Avevano paura.
Cercavano amore, di rado trovarono tenerezza;
cercavano certezze, non demmo loro nemmeno i dubbi.
Avremmo dovuto regalare loro più poesie di E. Dickens,
avremmo dovuto mettere più spesso Listz e Chopin;
avremmo dovuto limitare l'ascolto dei rantoli dell'anima di T.Waits
e portarli a vedere ''Il cielo sopra Berlino'' o ''Sussurri e grida'' dopo i 30 anni.
Facevano tennis, piscina, footing e palestra;
inventammo per loro anoressia, Prozac e AIDS.
Avevano fame di amicizia,
ma non riuscivano a darne a chi moriva al loro fianco;
nessuno spiegò loro i vizi capitali e le virtù teologali;
e schiacciati dalla devastante depressione,
nessuno li aiutò a scegliere tra la Psicanalisi e la Confessione,
nessuno dette loro un bacio sugli occhi o un calcio nei coglioni.
Avevano tutto (secondo i padri),
ma non hanno conosciuto le sorbe e le melecotogne,
la fornacella e la carbonella,
gli esercizi spirituali e il pisciare in comitiva;
hanno potuto acquistare fionde e aquiloni,
ma non ne hanno mai costruito uno;
erano figli, e non ne avranno mai.
Le strade dei loro padri continuano a raccogliere il loro sangue.