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L'AZIONE DI DON GINO

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Don Gino nasce a Vasto nel '33 e viene ordinato sacerdote a 25 anni. Prima viene nominato Vice Parroco nella Cattedrale della sua Città natale, poi assume la guida della Parrocchia di Carunchio. Nel '73 diviene Parroco a S. Salvo Marina, il cui territorio si estende dalle nuove aziende poste appena sotto l'abitato della Città fino al mare, allargandosi verso c.da Padula, che, benché molisana, ricade sotto la giurisdizione ecclesiastica della Diocesi di Chieti Vasto. Sulla menzionata area fino a qualche anno prima esisteva una distesa di paludi, intramezzata da qualche masseria dei fratelli Sciò, abitata da mezzadri. Quando la repentina industrializzazione determina una forte domanda di case per i lavoratori che vogliono ''scendere'' dall'entroterra per abitare vicino i propri posti lavoro, i proprietari,Giulio e Roberto Sciò pensano bene di vendere i lotti e realizzare direttamente appartamenti. Così nascono i palazzi nella zona di Via A. Doria, Via Vespucci, Via Magellano (i complessi residenziali di Shangrillà e Nereidi hanno una storia a parte, forse più speculativa) e subito si riempiono di lavoratori e loro famiglie. La Curia Vescovile ravvisa la necessità di dotare questa nuova realtà residenziale, di circa duemila anime, di un Parroco che istituisca ed amministri la nuova Parrocchia, intitolata a NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO. La scelta ricade appunto su Don Gino. Il giovane parroco arriva a S. Salvo Marina e si trova con migliaia di parrocchiani, quasi tutti operai e di varia provenienza (abruzzesi, molisani, marchigiani, pugliesi, ecc...). Il primo problema che affronta è quello di dare loro una identità culturale, un senso di appartenenza che non hanno, avendo i suoi amministrati, come detto, radici diverse. Il secondo problema, collegato al primo, riguarda la socializzazione dei nuovi abitanti, essendo S. Salvo Marina assolutamente sprovvista di piazze, luoghi pubblici ove le famiglie e i ragazzi possano riunirsi. E qui scatta l'azione magistrale e storica del giovane sacerdote, che riesce in poco tempo a fare di un numeroso gruppo di persone una vera e propria comunità. Egli fa diventare la Chiesa e gli annessi locali parrocchiali i punti centrali della Marina, i posti pubblici dove conoscersi, parlare, lavorare a iniziative sociali, acquisendo quindi insieme una nuova comune identità. Don Gino, avvalendosi degli indimenticati ed indimenticabili Argeo Cardellini e Luigi Baisi, rispettivamente imprenditore marchigiano e maestro siculo, inventa ed attiva delle iniziative che durano ancora oggi: · La sfilata di carri carnevaleschi; · La festa del 1° maggio. La sfilata si svolge per le vie della parrocchia la domenica prima di ogni Carnevale e consiste nella esibizione su carri allegorici di scenette e scenografie trinate dai trattori agricoli dei parrocchiani della contrada Padula. Ma quel che vale la pena di rilevare è la lunga preparazione dei carri, durante la quali gli uomini creativamente si trasformano in artigiani del legno, della carta, del ferro e danno vita a pupazzi che non hanno niente da invidiare a quelli della vicina Francavilla. Sui carri la domenica della sfilata salgono vestiti in maschera tutti i parrocchiani, uomini, donne e bambini. Ed è quantomeno originale vedere persone adulte, a volte schive e riservate, improvvisare quel giorno gag comiche e divertirsi come ragazzini: sicuramente è una novità per la Città di S. Salvo. La festa del primo di maggio, invece, è festa civile e religiosa insieme ed è dedicata a San Giuseppe lavoratore, anche perché come detto i parrocchiani sono prevalentemente operai delle vicine industrie. Anch'essa è diversa dalle feste cui i sansalvesi sono abituati. Infatti tutta la Comunità è coinvolta nella preparazione e nella fornitura di panini, bibite, piatti caldi, con il cui ricavato, tra l'altro, si finanzia la festa stessa, che si presenta originale anche perché il suo programma prevede maratona, caccia la tesoro, gare di tresette, ecc... Ma nella Comunità si svolgono anche: · Teatri e recite di ragazzi, dirette dalla infaticabile Ines Montanaro; · Corsi di musica; · Catechismi e riunioni di preghiera per le case dei parrocchiani; · Iniziative di volontariato, a favore della Caritas Diocesana; · Veglione di Capodanno; · Gite e campeggi; · Iniziative dell'oratorio parrocchiale affiliato all'A.N.S.P.I.; · Gestione degli impianti sportivi concessi all'A.N.S.P.I. stessa; · Partite di calcio della squadra ufficiale della Marina inventata da Nicolino Bizzarri e diretta da Natalino Sozio. E tutto questo può svolgersi perché il Parroco ha avuto l'idea vincente di far realizzare, insieme ed attiguamente alla nuova e moderna Chiesa, inaugurata nel 1977, locali per la Comunità. Infatti la struttura parrocchiale è dotata di: · un grande salone, con palco, focolare, camerini, cucina; · l'ufficio del Parroco; · due sale per riunioni; · un appartamento al piano superiore. Attorno ad essa, quale vero il centro poliedrico della nuova Comunità, nascono: · campi da bocce; · campo di calcetto; · tavoli per pic nic; · un area sacra, con altare e statua della Madonna, cui celebrare l'Eucarestia negli afosi giorni estivi. Insomma l'azione di Don Gino Smargiassi, capo spirituale e sociale vero della marina di S. Salvo, coinvolge tutti, ma proprio tutti i parrocchiani che lo rispettano come Parroco, ma lo seguono e lo amano come persona ricevendo da lui tutto il proprio tempo, il proprio impegno e la propria fede. Di tale impegno e di tanti risultati nel 1995 si accorge il nuovo Vescovo Edoardo Menichelli, che lo nomina Suo Vicario e che l'anno dopo richiede ed ottiene dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, per Don Gino la nomina a Monsignore. La comunicazione ai fedeli di tale importante riconoscimento avviene nel corso di una Santa Messa, durante la quale il Vescovo, all'insaputa di tutti, tira fuori la pergamena papale e dà l'annuncio. La commozione del Popolo di Don Gino è tanta, che si manifesta in un interminabile applauso, tra l'incredulità del nuovo Monsignore, che si schernisce e dichiara di non meritare simile riconoscimento. Infatti Don Gino è un uomo schivo, in fondo timido, sicuramente non ambizioso, vero Servo del Signore, che fa' perché crede e non per arrivare o per assumere cariche ed incarichi. Strana, a volte, la Vita consacrata a Dio: · Don Gino Smargiassi non aveva mai chiesto niente per sé, · aveva pure assunto posizioni un po' diverse da quelle ufficiali della Curia (scrivendo sinceramente quel che pensava circa la necessità di dotare il Vastese di una propria sede vescovile), · aveva sempre rifuggito titoli e carriere, eppure alla veneranda età di 62 anni si ritrova Vicario e Monsignore. Personalmente, io che lo conosco bene e che sono stato suo Allievo a scuola ed immeritatamente anche nella vita, so che i riconoscimenti predetti altro non sono che la semplice, anche se non richiesta, conferma della Sua azione, che si ascrive nella Storia di questa Città avendo Lui creato una Comunità dal nulla. So bene di dovermi ora aspettare i Suoi rimproveri per le belle parole che ho scritto su di Lui e che la Sua umiltà autentica non avrebbe voluto leggere. Mi prenderò il rimprovero, conscio che l' opera di Don Gino Smargiassi, svolta in una vita di servizio, dedicata alla Chiesa, e quindi, agli altri, non può rimanere sottaciuta, dovendo le cose buone servire da esempio.
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