La torrida estate 2003 ha portato alcuni dati nuovi, peraltro annunciati e non sufficientemente creduti, sugli andamenti di sviluppo del nostro territorio: a partire dal clamoroso divorzio tra San Salvo città e la sua Marina. Certo, il turismo in Abruzzo è andato bene quest'anno, meglio che in altre regioni d'Italia, in particolare per le località di mare. E ci sarebbe addirittura da giubilare per l¹incremento a San Salvo delle attività legate alla spiaggia e ai servizi connessi (qualcuno parla di un 20% in più di presenze rispetto al 2002) se non fosse che la positiva ricaduta, in termini di occupazione e di ricchezza, ha riguardato soltanto o quasi esclusivamente la Marina e immediati dintorni; mentre nella città alta le attività o hanno segnato il passo oppure hanno perso un 15/20% in volume d'affari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Cosa è accaduto in sostanza? Un'esplosione della costiera Vasto Marina-San Salvo Marina-Montenero Marina, che di fatto da zona prevalentemente turistica si sta trasformando in area anche commerciale e residenziale in senso lato. Tre anni fa avevo scherzosamente chiamato questo asse di sviluppo costiero una 'Francavilla al Mare n. 2' e avevo messo in guardia dai rischi che avrebbero corso i vecchi centri urbani, a partire da San Salvo.
Nell¹estate 2002 si erano accentuati i sintomi, e cioè un sempre più marcato distacco tra la vita socio-economica della città alta e quella della Marina; quest'anno sia i turisti che i residenti della Marina hanno completamente snobbato la città alta. Neppure le iniziative musicali o teatrali messe in campo a luglio-agosto sono servite a rianimarla del tutto e a impedire le prime chiusure o trasferimenti di negozi, studi professionali e residenze.
A fronte, dunque, di una posizione geografica invidiabile, che permette a San Salvo di restare fortemente competitiva (un trend che dura da quasi 45 anni) rispetto ad altre località , va segnalato uno sviluppo 'a forbice' che premia in maniera ormai unilaterale la Marina. In altri termini, è come se 'l¹area interna' del Vastese si fosse ulteriormente dilatata, fino a comprendere la stessa San Salvo alta, ad appena 4 chilometri dal mare.
 Ricordo che nel 1994 si lanciava il guanto di sfida a Vasto, per impedire che San Salvo potesse divenire una periferia urbana, un dormitorio e per 'ricucire', come allora si diceva, la città alta alla sua Marina. Oggi, i risultati danno ragione a Vasto, che sembra essere l'unica località (non direttamente sul mare) a poter sopportare e anzi trarre giovamento dalle nuove tendenze socio-economiche. Questo, certo, grazie alla sua vicinanza all¹Adriatico ma pure al recupero e alla rivitalizzazione del Centro storico e alla diversificazione delle attività imprenditoriali (industriali, commerciali, turistiche, culturali e ricreative) sul territorio, in sostanza fino a Punta Penna e Punta Aderci.
Vasto dunque, per i servizi di cui dispone, è l'unica località che potrebbe candidarsi a diventare in breve anche il referente principale della nuova realtà costiera Vasto Marina-San Salvo Marina-Montenero Marina, in quanto finora San Salvo non è riuscita ad attivare nessuna sinergia con la vicina Montenero di Bisaccia, con la quale il Comune sansalvese prosegue anzi una assurda quanto costosa guerra: sicché in  breve avremo due centri commerciali, due porticcioli turistici e due aree industriali, sul confine Abruzzo-Molise, a poche centinaia di metri gli uni dagli altri e in concorrenza tra loro.
Ce n'è abbastanza per meditare sugli errori del passato; con la consapevolezza, tuttavia, che rimane ben poco da fare per correggere il trend e salvare gli interessi di San Salvo alta. A partire da quelli del Centro storico, che quest¹estate sono stati fortemente penalizzati, soprattutto in conseguenza di scelte frettolose e a volte francamente avventate.
San Salvo, 24 agosto 2003 Â Â Â Â Â