Il giorno delle feste patronali, a San Salvo, venivano venduti,
all'asta pubblica, i doni casarecci , che le famiglie offrivano
unitamente agli oboli in moneta, per far fronte alle spese
necessarie per lo svolgimento delle feste stesse.
I doni venivano depositati sulla cassarmonica e c'era il banditore
che con la sua tromba a corno ottonata, annunziava il prodotto,
il prezzo iniziale ed anche il nome di chi, l'oggetto,aveva donato.
