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Caccia: diatriba tra passione ed etica

regolamenti e leggi che la disciplinano

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L'attività venatoria è disciplinata da una legge "quadro" statale che fissa le linee guida per poterla esercitare: legge N. 157 dell'11/02/92 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio." Questa legge in 37 punti,tra l'altro, individua il concetto di fauna selvatica, distingue quella oggetto di protezione permanente e quella oggetto di caccia, ne elenca i limiti di tempo e di luogo e di prelievo, i divieti di esercizio, rimanda per alcune cose al comitato tecnico venatorio faunistico nazionale e alle province, ma soprattutto alle regioni: di emanare una legge regionale e con questa il piano faunistico venatorio. Introduce la tassa di concessione governativa e quella regionale a carico dei cacciatori, istituisce in via di principio generale gli Ambiti Territoriali della Caccia(ATC)e impone a province regioni per realizzare queste strutture di stabilire oltre alle suddette tasse, quella di ingresso alle varie ATC. L'attuale Legge Regionale che regola tutto quello che può riguardare questa attività e la LR N. 10 del 28/01/2004 che sulla base delle linee guida di quella statale istituisce gli AMBITI, dividendo le nostre province in uno o più di questi(ATC). Le Regioni nel rispetto delle leggi che si sono date, ogni anno prima dell' APERTURA della caccia, EMANANO IL CALENDARIO VENATORIO indicando data di apertura( di solito la terza domenica di settembre) e date di apertura e chiusura alle varie specie, all'interno del periodo consentito(terza domenica di settembre/31 gennaio).. indicando infine la data di chiusura generale al 31 gennaio dell'anno seguente. Nel calendario sono indicate le giornate di caccia (max 3 per settimana) e gli orari inizio e fine attività, il numero max di capi di selvaggina ammessi al prelievo(per la selvaggina stanziale max due capi di cui una sola lepre) per giornata. i divieti e i prelievi per giornata della selvaggina migratoria e regolamenta la caccia al cinghiale...ecc ecc. La provincia di Chieti è divisa in due ambiti:1) ATC Chietino-Lancianese 2) ATC Vastese, questa ultima, ospita in maniera permanente circa 2160 residenti a cui vanno aggiunti 1580 di cacciatori ammessi annualmente da fuori regione( dati 2010). Per chiunque volesse approfondire e conoscere lo spirito delle leggi e come e strutturato il calendario venatorio regionale basta cliccare sui siti: www.atcvastese.it e www.regione.abruzzo.it/caccia nella sezione leggi e regolamenti. Non a caso il titolo della legge 157 è:"NORME SULLA TUTELA della fauna per l'esercizio venatorio..., SENZA TUTELA NON PUò ESSERCI ESERCIZIO VENATORIO... e molti di noi sono coscienti di questo e altri DOVRANNO prenderne atto e regolarsi di conseguenza...:ogni atto al di fuori dello spirito della legge viene considerata bracconaggio, ma anche comportamento scorretto nei confronti dei colleghi e della stabilità della fauna. Questa legge è il manuale del cacciatore/cittadino,insieme al calendario annuale, è UNA BUONA LEGGE che regolamenta sì, l'attività venatoria nel dettaglio, ma attribuisce anche, i compiti di vigilanza ai corpi provinciali di polizia e a quelli forestali e a tutti gli agenti che ricoprono il ruolo di polizia giudiziaria e alle guardie volontarie delle associazioni venatorie riconosciute, le quali, queste ultime, devono seguire dei corsi indetti dalle province per poter essere abilitate. In oltre definisce le funzioni dei comitati di gestione delle ATC che, tra le tante, all'art. 31 della stessa legge così recita: I COMITATI DI GESTIONE SONO STRUTTURE ASSOCIATIVE DI NATURA PRIVATA, CHE PERSEGUONO NELL'INTERESSE PUBBLICO I FINI DELLA PRAGRAMMAZIONE FAUNISTICA VENATORIA PREVISTA DALLA LEGGE/ dei tanti compiti dei comitati e come essi sono strutturati e come vengono eletti,si potrà argomentare in un'altra occasione,o per chi volesse approfondire basta cliccare sul link precedente, in questa può bastare il dettato dell'articolo citato per poter già ben inquadrare il ruolo centrale di questa struttura che attraverso il suo operato incide, in modo significativo, in positivo e/o in negativo,(dipende dalle iniziative intraprese) per la quasi totalità, non solo sulla qualità della caccia, ma soprattutto sulle presenze di fauna selvatica in generale;infatti il Consiglio di Amministrazione di questo ente, attraverso i proventi delle tasse pagate dai cacciatori: PROVVEDE AL RIPOPOLAMENTO DELLA SELVAGGINA STANZIALE(lepri,starne e fagiani)acquistandola presso alcune aziende private e la immette nel territorio, ogni anno..... Il cinghiale occupa in maniera stabile il nostro territorio e dalle mie conoscenze le famiglie si riproducono naturalmente da anni senza possibilità di nuove immissioni. MA L'AZIONE più INCISIVA PER POTER ricreare una "presenza ottimale" anche delle specie di selvaggina stanziale di cui sopra, dovrebbero essere, ALTRE,al di fuori dei ripopolamenti annuali...sono INTERVENTI SUL TERRITORIO, ATTI A FAR RIPRODURRE QUESTE SPECIE IN MANIERA NATURALE....... lo stesso art. 31 al comma 3 lettera A, attribuisce al comitato di gestione,:LA RICOSTRUZIONE NEL TERRITORIO DI UNA PRESENZA FAUNISTICA OTTIMALE. Sul come il comitato di gestione può incidere sul territorio in maniera proficua e decisiva,per il ripristino delle presenze ,la legge mette a sua disposizione le risorse e i mezzi e le strutture adatte allo scopo; ma di questo e soprattutto, spero di poterne parlare in n'altra occasione. Altri soggetti rilevanti se non altrettanto decisivi, di questa attività, oltre naturalmente alla regione e alla provincia,che svolgono la prima una funzione di indirizzo legislativo e l'altra ,anche, una funzione di controllo; sono le associazioni venatorie,L.R. art. 29 Comma A:LE ASSOCIAZIONI VENATORIE ORGANIZZANO I CACCIATORI E TUTELANO I LORO INTERESSI..... queste hanno il grave compito di informare, educare, rappresentare...e appunto tutelare i nostri interessi ...... ma è così che accade ??! ... ancora un'altro capitolo di questa nostra, "bistrattata attività", senza la quale,è una mia opinione, il territorio verrebbe abbandonato a se stesso, dato gli equilibri naturali rotti da tempo e le campagne, molte, lasciate incoltivate .... io sono dell'avviso che a queste condizioni del territorio, l'attività venatoria, specialmente per le zone interne del VASTESE IN PARTICOLARE,POTREBBE DIVENTARE UNA RISORSA, per gli abitanti del luogo e per chi volesse intraprendere in allevamenti naturali e in altre strutture previste dalla legge..., ma questa è un'altra storia, l'ennesima .... da approfondire. Michele Di Fabio
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