Volendo, oggi, analizzare l’identità culturale degli abitanti di San Salvo si perderebbe soltanto del tempo. La forte immigrazione, la globalizzazione , l’omogeneizzazione culturale, la variabilità degli abitanti e l’insediamento industriale hanno “scardinato” i tratti specifici del temperamento del vecchio ceppo sansalvese. San Salvo oggi conta 20.000 abitanti. Prima dello sviluppo economico contava circa 4.000 residenti. Com’era il temperamento dei Sansalvesi? “ Il Salvanese - ha scritto lo storico Raffaele Artese, storico - non era avvezzo alle smancerie e alle moine; non facevano parte del suo carattere le manifestazioni esagerate di simpatia, non perché fosse insensibile agli affetti familiari e amicali, ma perché il suo temperamento non consentiva forme e modi sdolcinati nei rapporti interpersonali”. “ Nella sua struttura sociologica” - continua - “ i tratti positivi della sua personalità, lo facevano amabile e rispettabile. Il Salvanese era amante della concretezza, saldo nei propositi, intelligente e intuitivo; era ligio ai doveri verso la famiglia, patriottico, e campanilista moderato; era freddo e tenace nel giudicare e rapido nell’agire. Era incline alla passione politica, un po’ rude nei comportamenti, ma prudente e discreto, intollerante degli abusi, dei soprusi e delle prepotenze; era un lavoratore instancabile, coraggioso nell’ affrontare le avversità della vita, morigerato e fondamentalmente onesto, schivo della gozzoviglia e sobrio nell’ abbigliamento, contegnoso nel dolore e contenuto nella gioia”. La scelta del cardinale Carafa di donare a San Salvo proprio le ossa di San Vitale, secondo noi non è un caso fortuito. Si tratta di un soldato romano, di un combattente con la spada e con l’elmo tipico delle fanterie di Roma. “Sicuramente il Santo martire doveva rappresentare il carattere del popolo di San Salvo - riportava le pagine del “Nuovo Business” il 2 aprile 2008 - una popolazione che in precedenza aveva non a caso adorato San Michele Arcangelo, altra figura di guerriero, di combattente per la liberazione del peccato e dal male” E, a ben riflettere, il popolo di San Salvo, per quanto mite, modesto laborioso, ospitale e tollerante ha tuttavia sempre reagito con decisione ai soprusi, alle soverchierie, ai ricatti di ogni tipo: rilevando un carattere militante e un po’ guerriero, indice di un profondo attaccamento alla propria libertà. A questo punto, una domanda ci viene spontanea: come mai i Sansalvesi hanno adorato profondamente San Michele e San Vitale, ma non hanno tributato il giusto onore al Santo che ha dato il nome al toponimo San Salvo. Infatti , in nessuna chiesa si trova la statua del santo.