In questi giorni si fa un gran parlare, senza produrre grandi risultati, su dove localizzare nuove discariche, su dove conferire i rifiuti dell'Abruzzo e su come utilizzarli. Assistiamo ad un balletto con rimpallo di responsabilità senza prendere decisioni concrete sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, guardandosi bene dall'assumere iniziative che proiettino la nostra Regione verso il futuro. Più volte l'Abruzzo ha rischiato l'emergenza a causa della mancanza di scelte e di una adeguata programmazione del settore da parte di quanti hanno responsabilità decisionali. A questo bisogna aggiungere le resistenze che si riscontrano nelle singole realtà, con alcuni che non perdono l'occasione per rilanciare l'idea del termovalorizzatore come la soluzione di tutti i problemi, senza porsi la domanda se un impianto del genere è utile e fa bene all'Abruzzo. Questo modo di fare non è utile a nessuno.Chi governa ha il compito di programmare,scegliere e assumersi delle responsabilità, tenendo conto delle vocazioni della nostra Regione. In Abruzzo vi sono tanti esempi virtuosi che, prima di decidere se realizzare il termovalorizzatore, potrebbero essere presi a riferimento per verificare se vi può essere una gestione diversa dei rifiuti. Mi riferisco a quei tanti Comuni che, con esempi di buone prassi, hanno attuato in maniera diffusa e capillare la raccolta differenziata, raggiungendo risultati straordinari. E' il caso di San Salvo, Comune di 20.000 abitanti che, attraverso il porta a porta, ha raggiunto il 72% di raccolta differenziata, risparmiando 400.000,00 in un solo anno sul costo del conferimento in discarica, oltre ai vari benefici che ne ha tratto l'ambiente in generale. Questo obiettivo è stato raggiunto senza aver ricevuto nessun contributo da parte della Regione che pur avendo delle risorse non le spende. Come San Salvo in Abruzzo vi sono tantissimi esempi che, valorizzati e all'interno di un progetto più ampio, potrebbero produrre risultati importanti. Voglio ricordare, inoltre, che nei territori vi sono disponibilità le quali non sempre trovano riscontro. E' il caso del Civeta, unico consorzio pubblico in Abruzzo, che in più occasioni si è candidato a diventare punto di riferimento Regionale per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti senza trovare grandi riscontri. Perchè non si programma e non si fanno le scelte necessarie? Perchè non vengono date le risposte ai territori? Perchè le risorse disponibili non vengono utilizzate? Perchè alla minima criticità si deve rischiare l'emergenza? A queste domande chi governa deve dare delle risposte con urgenza, dando una politica alla nostra Regione per quanto riguarda la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, mettendo al primo posto gli interessi di tutti gli Abruzzesi. Gabriele Marchese già Sindaco di San Salvo.