“Resistere, resistere, resistere!”: utilizzano una sollecitazione negli ultimi anno spesso ‘lanciata’ i rappresentanti territoriali della Uilcem/Uil di Chieti per ribadire dubbi e fondate preoccupazioni sul futuro della Pilkington/Nippon Sheet Glass dell’area industriale di Piana Sant’Angelo a San Salvo.
“Il nuovo ed ennesimo annuncio di riorganizzazione della società – si legge in una nota della segreteria provinciale dell’organizzazione sindacale - mette in seria discussione il ruolo dello stabilimento di San Salvo all’interno del Gruppo Nsg. Preoccupa sia il numero dei lavoratori coinvolti, sia lo spostamento di alcune funzioni, che impoveriranno lo stabilimento, non solo dal punto di vista delle professionalità che si perderanno. Il rischio è che San Salvo diventi una fabbrica solo di produzione che dovrà solo eseguire le decisioni che saranno prese da altri. Uno stabilimento non può funzionare bene, non può essere produttivo, se alcune funzioni sono così distanti dal sito. Inoltre avanziamo molti dubbi sul reale contenimento dei costi che produrrà questa nuova organizzazione, infatti, il progetto presentato, evidenzia che entro 5 anni gli stipendi polacchi supereranno quelli del Regno Unito. Continuiamo a sostenere che, se riduzione dei costi ci deve essere, deve passare per prima dalle figure dirigenziali, non possono pagare sempre e solo operai, impiegati e quadri. Queste figure hanno dimostrato, con la loro professionalità che lo sviluppo e la crescita del sito è anche merito loro. La crisi che il gruppo Nsg sta attraversando non può essere l’alibi per ridimensionare lo stabilimento di San Salvo. E non si può tenere un atteggiamento passivo, come se non si potesse fare nulla per invertire o modificare i programmi stabiliti”.
L’appello finale è generale: “Lo sforzo di tutti, compresi chi oggi ha responsabilità importanti nello stabilimento e nel gruppo, deve mirare a modificare la situazione. Bisogna mobilitarsi in massa, tutti insieme, maestranze, sindacati e politici, per salvare lo stabilimento! Resistere, resistere, resistere!”