Ampliamento della cava, Laterlite ci riprova

In scadenza i termini per la presentazione di osservazioni al secondo progetto

Francesco Bottone
26/06/2012
Attualità
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LENTELLA - Torna all’attenzione del comitato valutazione ambientale della Regione Abruzzo il progetto di ampliamento della cava di argilla in località Coccetta.

Si tratta di un sito ubicato sul territorio del comune di Lentella.
Proponente la Laterlite spa, proprietaria dell’impianto di Lentella che produce argilla espansa bruciando, è opportuno ricordarlo, rifiuti speciali; un inceneritore bello e buono, come certificato anche dall’Arta.
E scadono proprio in questi giorni i termini per la presentazione delle osservazioni al secondo progetto.
L’ampliamento della cava è stato richiesto perché l’impianto ha bisogno di nuova materia prima per poter funzionare a pieno regime. L’attuale cava, quella in utilizzo, ha un’estensione di circa centomila metri quadrati, mentre se dalla Regione arrivasse l’ok all’ampliamento si arriverebbe a oltre ducentoventi metri quadrati. Più del doppio. Il progetto prevede lo scavo per lotti successivi, ciascuno della durata di cinque anni.
Intanto l’ex consigliere comunale di Fresagrandinaria, Antonio Ottaviano, che già in passato mosse circostanziate obiezioni alla prima richiesta di apliamento della cava, annuncia nuovamente battaglia.
«Nulla è cambiato rispetto alla prima richiesta di ampliamento. - spiega Antonio Ottaviano - L’intervento, allora come oggi, ricade all’interno di una zona rossa in base al Pai, quindi con elevato grado di pericolosità. Tra l’altro l’impianto di Lentella utilizza rifiuti speciali come combustibile; è di fatto un inceneritore e potrebbe esserci una contaminazione delle acque. Poco distante, infatti, vi è una derivazione che alimenta le città di Vasto e San Salvo».
Il comitato Via aveva espresso nel 2010 parere non favorevole anche perché «in difformità da quanto dichiarato in relazione, l’aera di progetto insiste in zona sottoposta a vincolo idrogeologico. Più importante - continua il Via - è l’aver rilevato tramite ortofoto in possesso della Regione che, in parte dell’area per la quale viene chiesta l’autorizzazione agli scavi, sono già stati effettuati dei lavori di gradonatura per i quali non è stata fornita documentazione autorizzativa».
Tradotto: un parziale ampliamento della cava c’è già stato, senza alcuna autorizzazione, stando almeno alla documentazione posta all’attenzione del Via.
«Le foto aeree hanno avidenziato che un parziale ampliamento c’è già stato. - chiude Antonio Ottaviano - Si tratta di un abuso o ci sono le autorizzazioni?».
 

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