La riflessione di Dino Cilli: «Occasioni perdute»

Dino Cilli
27/08/2012
Varie
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Intorno alla fine degli anni sessanta il defunto onorevole Artese fece redigere una bozza di progetto da un architetto giapponese, credo si chiamasse Kurokawa,  che riguardava i centri di San Salvo, Vasto e Cupello per una eventuale aggregazione. A mio parere fu una felicissima intuizione perché i tre centri insieme avrebbero rappresentato una realtà molto più importante che con gli anni avrebbe potuto aspirare ad ottenere una sede provinciale, grazie anche all’appoggio di politici influenti che a quel tempo non mancavano. Una sede provinciale avrebbe alleviato non poco i nostri disagi per raggiungere Chieti ma ancor più avrebbe agevolato i cittadini dell’alto vastese.
Qualcuno potrebbe obiettare che oggi quella sede provinciale sarebbe stata messa in discussione e sicuramente soppressa così come sta accadendo per altri centri abruzzesi. Stando ai limiti previsti dall’esecutivo è abbastanza certo che sarebbe accaduto ma per molti anni ne avremmo fruito e chissà che non ci avrebbe permesso, tra l’altro, di risparmiarci quel lento e deprimente declino della nostra stazione ferroviaria.
Quanto poi alla soppressione non escluderei la probabilità che la posizione geografica della sede avrebbe potuto comportare una crescita demografica tale da farci raggiungere i requisiti imposti recentemente dal governo.  
Comunque sia quel progetto non incontrò il consenso dei vastesi e non se ne fece nulla.
Quegli stessi vastesi che quando si doveva sopprimere l’uscita autostradale provvisoria di sant’Antonio Abate fecero scintille e raccolsero persino le firme affinché l’uscita non venisse soppressa. Poi si acquietarono quando seppero che l’uscita a sud di San Salvo si sarebbe chiamata Vasto sud. Quegli stessi vastesi che per anni hanno discusso e anche in questo caso raccolto firme sulla ubicazione del nuovo ospedale che doveva essere in contrada Incoronata anziché in contrada Collepizzuto come se quella costruzione venisse realizzata con un’autotassazione del popolo vastese e non con il contributo degli enti regionali e nazionali.
Quelle manifestazioni evidentemente hanno influenzato non poco i politici. E così dopo tanta indecisione si è raggiunto lo scopo. Il peggiore che il nostro territorio potesse augurarsi. Infatti il nuovo ospedale è ormai un sogno irrealizzabile visto che l’attuale crisi spinge il governo a ridimensionare le realtà esistenti in Abruzzo e in tutto il territorio nazionale.
Insomma un certo campanilismo esasperato ha impedito alla nostra zona di diventare più importante e poter offrire ai propri cittadini servizi più a portata di mano.
Fra non molto si metterà la ciliegina sulla torta. E’ infatti arrivato il turno del tribunale. Si dirà, ma verrà soppresso anche il tribunale di Lanciano. E’ vero, ma anche in questo caso avrebbe potuto influire la posizione perché per un cittadino di Schiavi d’Abruzzo raggiungere Chieti è molto meno agevole che per un cittadino di Mozzagrogna.
Ora non ci resta che rammaricarci per non aver saputo cogliere quelle opportunità che forse avrebbero potuto produrre una trasformazione del nostro territorio ancora più radicale di quanto avvenuto negli ultimi cinquant’anni.

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