Sono servite 12 ore per poter dichiarare terminata l’emergenza incendi nella vallata del Trigno. Il fronte di fuoco di ieri si è diviso a metà. Le fiamme hanno attaccato una delle colline di Fresagrandinaria, mentre un altro esteso rogo risaliva la vallata sotto Dogliola. A Fresagrandinaria il fuoco spinto dal vento ha minacciato una piccola azienda agricola locale. Solo alle 3 è stato scongiurato il peggio. Dopo aver bruciato tutta la notte è stato risolutivo l’intervento dopo le 8 di questa mattina di due canadair da Roma. I numerosi lanci hanno provveduto a spegnere definitivamente i focolai ancora attivi nelle zone più impervie non raggiungibili da Vigili del Fuoco e volontari. Una pala meccanica del Comune di Dogliola ha provveduto a tracciare solchi di protezione.
Il fumo che ieri ha raggiunto anche San Salvo, il giorno dopo è andato via. Ed è il momento di fare i conti con la devastazione fino a qualche ora fa celata dal buio. Dalla strada statale Trignina il triste spettacolo comincia all’altezza di Mafalda. Ieri il fuoco ha danneggiato la stazione di servizio ‘Girasole’, la Trigno Gomme e minacciato i capannoni delle zone industriali di Dogliola e Fresagrandinaria. I danni più consistenti sono all’agricoltura. Nei piccoli comuni della vallata del Trigno quasi tutti i cittadini hanno appezzamenti di terreno per la produzione domestica di vino e olio. Sono molti i proprietari che hanno visto andare in fumo interi uliveti e filari di viti. Negli occhi di qualcuno ci sono ancora le immagini del grande incendio del 2007 che in alcuni giorni carbonizzo l’intera vallata fino a San Salvo. Proprio dopo cinque anni alcuni agricoltori si preparavano nuovamente alla vendemmia e alla raccolta delle olive. Fra vegetazione e superficie coltivata si parla di circa 500 ettari andati in fumo.
Intanto, cresce la rabbia nei confronti dei piromani. Parlare di individui che appiccano incendi volontariamente resta difficile senza prove certe. Ieri, però, anche alcuni uomini della Forestale si sono sbilanciati. Verso le 11 è stato segnalato il primo rogo in territorio di Mafalda, in prossimità del Trigno. Protezione Civile e Vigili del Fuoco lo hanno estinto e messo in sicurezza la zona. Dopo meno di un’ora il fuoco è ripartito aggredendo il territorio di Dogliola, il serbatoio di metano dell’area di servizio, diventando indomabile. C’è quasi la certezza che sia stato riattivato.
L’incendio ha impegnato fino a tarda notte Vigili del Fuoco (di Vasto e Ortona), Forestale (di Petacciato e Termoli, Protezione Civile (di Vasto, San Salvo, Fresagrandinaria, Dogliola, Tufillo, Mafalda, Roccavivara, Carunchio, Celenza sul Trigno e San Giovanni Lipioni). Un dispiegamento di uomini non passato inosservato neanche agli occhi dei piromani. Dopo le 17 un rogo è partito sotto il belvedere di Lentella. Diversi testimoni hanno riferito di aver notato un individuo in moto accertarsi della partenza del fuoco e allontanarsi. La stessa cosa è accaduta a Punta Aderci a Vasto. Nel caso di Lentella le fiamme sono state spente da cittadini e amministratori muniti di mezzi di fortuna. A Vasto una squadra della Protezione Civile è dovuta accorrere dalla fondovalle Trigno.
L’emergenza è conclusa, fra qualche ora è prevista la pioggia. Una delle stagioni più dure sul fronte incendi nel Vastese è terminata. Resta l’amaro in bocca per i danni, i raccolti perduti, il paesaggio fortemente provato e per i responsabili che la faranno franca. Un primo passo sarebbe vietare ogni attività sulle superfici boschive andate in fumo. Il dibattito si è riacceso durante l’estate, ma c’è da scommetterci che anch’esso terminerà con la prima pioggia.