Il 4 ottobre di ogni anno, per nove anni, si è svolta nella nostra città la “Marcia della Pace”. Nell’anno del Signore 2012 questa iniziativa bella, lieta, coraggiosa, semplice e nobile non si terrà. L’Amministrazione Comunale targata Magnacca ha inteso non svolgerla, pare perché “non c’erano i tempi per organizzarla”. Tant’è. Io, che della “Marcia della Pace” sono stato il primo promotore colgo ancora adesso l’occasione per ringraziare quanti, in questi nove anni, hanno sostenuto e collaborato questo evento che rendeva la nostra città unica in tutto il territorio e, credo, in tutta la Regione Abruzzo. Grazie al Sindaco e agli Amministratori “di prima”, grazie ai funzionari e ai dipendenti comunali, alle Scuole di ogni ordine e grado e alla nostra meravigliosa infanzia e gioventù, alle Parrocchie, alle Associazioni di ogni genere e tipo, ai tanti, tantissimi Cittadini che in questi anni hanno “passeggiato”, senza distinzioni di bandiere e di casacche, le vie faticose di un’idea di pacificazione che, inevitabilmente, comincia dalle nostre piccole azioni e inerisce le grandi questioni del pianeta. Era davvero suggestiva la “Marcia della Pace” e noi ogni anno abbiamo voluto e saputo unire tutte le realtà cittadine ed oltre, compresi i sindaci del territorio e altre alte istituzioni provinciali, regionali, nazionali ed internazionali. Penso, per esempio, alla intitolazione a Rabin e Arafat di una piazza a San Salvo Marina; penso allo splendido monumento dell’artista sansalvese Ettore Altieri sito proprio in Piazza della Pace; penso al braciere e alla Fiaccola della Pace che abbiamo fatto ardere sul balcone del Municipio per diverso tempo; penso soprattutto alle centinaia e centinaia di lavori, scritti, rappresentazioni, canti e balli dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Era davvero bella la “Marcia della Pace”, con i suoi colori che sfidavano l’arcobaleno e con i palloncini che salivano al cielo, chi per pregare e chi per riaffermare un diritto leso, un sogno spezzato, una speranza fattiva e fattibile. Era una festa di popolo la “Marcia della Pace”, e il Comune si faceva in quattro per allestire una piazza, una citta, mille cuori. Eravamo sempre di più, ogni volta di più e in chi partecipava ein chi assisteva felice si moltiplicavano valori inestimabili, quelli dell’impegno e della rinnovata consapevolezza che anche da un piccolo angolo del mondo può sorgere uno spicchio di sole per tutto il mondo. Perché il mondo è un insieme di angoli da spolverare quotidianamente. Era stata volutamente scelta la data del 4 ottobre per la “Marcia della Pace”, la festa di San Francesco D’Assisi, non solo gigante della cristianità ma anche Patrono d’Italia con un atto parlamentare e dunque patrono e custode di tutte le “bandiere e le casacche”. Nel mio programma elettorale questa cosa era scontata, chiaramente. Ma io ho perso… Ora, pur rispettando chi ha vinto, non mancherò mai di rispetto alle mie idee, alle mie proposte, alla mia partecipazione per il bene e la crescita della mia comunità cittadina, senza vergogna e senza abbassare lo sguardo. E credo che forse proprio quest’anno, oggetto di asprezze elettorali anche troppo sopra le righe, la “Marcia della Pace” era quanto mai azzeccata, pertinente, “necessaria”. I tempi di organizzazione, d’altronde, erano e sono sempre gli stessi tempi, non vorrei che fosse l’entusiasmo ad essersi dimesso... Certo, per coinvolgere il popolo, non si potevano invocare i “fiumi di birra”, ma su certi temi questa città, la nostra città!, questa gente, la nostra gente!, hanno sempre dimostrato attenzione e partecipazione forti, dimostrando che si possono navigare altri fiumi, molto più puntuali con le rive (e le derive…) della storia. Quest’anno “facciamo passo” ma facciamo anche un altro passo: cominciamo sin da ora e con largo anticipo ad organizzare la “Marcia della Pace” dell’anno prossimo, facciamolo insieme nello spirito con cui sempre lo si è fatto. Certi eventi ormai fanno parte dell’immaginario collettivo e, se volete, della storia e della cultura di San Salvo. Non sottoponiamoli allo “spoiling system” senza senso, ma sono sicuro e spero non sarà così. Paolo VI ammoniva: “La pace è il dovere della storia presente!”. Sono parole mai datate e mai in disuso. Adesso, perciò, rimettiamoci in cammino. Per dire come nei libri di favole: c’era una volta e…c’è ancora la Marcia della Pace di San Salvo!