Chiude il 'Boomerang', lo storico ristorante-albergo di Palmoli

Cessa l'attività dopo quasi 40 anni

Antonino Dolce
08/01/2013
Attualità
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Il lento e inarrestabile processo di spopolamento in atto dei piccoli centri del medio e alto Vastese inevitabilmente lascia vittime illustri lungo la strada. Attività economiche, luoghi e locali storici che tra mille difficoltà riescono ad andare avanti ancora qualche anno prima di chiudere definitivamente.

L'ultimo caso in ordine di tempo è quello del celebre hotel-ristorante Boomerang di Palmoli. Nei giorni scorsi i proprietari hanno definitivamente deciso di cessare l'attività, dopo quasi quaranta anni dalla nascita.

 

Riportiamo il pensiero del dott. Dalido Marini affidato alla pagina Facebook su Palmoli.

«Credo che molte volte il futuro delle cose sia scritto nel proprio nome; un arcano destino sembra marcare nel nome la vita della gente. Molti anni fa un " boomerang" venne lanciato dalla lontana Australia verso Palmoli e da qui oggi ritorna nell'altra parte dell'emisfero.
Ero poco più di un adolescente quando affacciato da piazza Marconi guardavo in lontananza, tra la vegetazione della Cesana una costruzione che per quei tempi sembrava enorme.
Erano gli anni '70, Palmoli aveva circa 2.000 abitanti, avevamo 2 ostetriche, una proprio in paese e un'altra che all'occorrenza arrivava dalla vicina Tufillo.
Oggi gli abitanti sono poco meno di 1.000, e abbiamo 3 agenzie di pompe funebri, due in paese e un 'altra che all'occorrenza arriva dalla vicina Dogliola.
Ho la vaga impressione che il paese si stia spopolando...
Non abbiamo neanche più il nostro albergo, il nostro Boomerang.
Dal balcone di casa questa sera ho guardato a est e non ho visto l'insegna gialla. Ho chiesto a mia moglie, lei mi ha detto che forse c'è nebbia giù a valle.
Io le rispondo che si sbaglia vedo bene Fonte La Casa allora lei mi dice che è venerdì!
No, cazzo è lunedì! Dov'è' l'insegna gialla?
"... in fondo è solo la vita che se ne va... " cantava Dalla in Caruso.
Una sera ho sognato di arrivare al Boomerang in moto, avevo i capelli e fumavo, credo di aver avuto più o meno 25 anni. Davanti alla porta i genitori della signora Pierina e di Alessandro, immobili al fresco e tra di loro un grosso pastore tedesco, enorme, ma vecchio anche lui.
Sentivo le note di una canzone uscire intonate da una chitarra elettrica e una voce che cantava: "le rondini nel ciel che vanno verso il mare, chi può fermar l'amore, l'amore mio per te...".
Ma sì, in fondo è solo la vita che se ne va.
Grazie a tutti voi, grazie di cuore per aver accompagnato i miei anni migliori e grazie alla vostra insegna che da casa era un punto di riferimento e quando tornando da Vasto in macchina la vedevo spuntare, subito dopo la curva, mi faceva pensare di essere a casa».

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