Duro comunicato a firma di un gruppo di ex-dipendenti della Golden Lady, Carmine Tomeo (responsabile lavoro Prc Abruzzo) e Marco Fars (segretario regionale Prc Abruzzo). Nel mirino non solo le diverse responsabilità che hanno portato al fallimento della riconversione dello stabilimento di Nerino Grassi, ma anche – e soprattutto – gli annunci e i proclami arrivati dal mondo della politica nelle varie tappe della vertenza.
Dal maggio dell’anno scorso, si legge nel comunicato: «ci sono stati proclami, rivendicazioni di merito e autocompiacimenti strombazzati ogni volta che se ne presentava l’occasione. Fino alla affissione di grotteschi manifesti, da parte del Pdl che attribuiva al proprio impegno (sic!) la salvezza di 365 posti di lavoro. Era chiaro che si trattava di un anticipo di campagna elettorale».
Oggi a guardare i numeri della crisi, dietro i quali ci sono le angosce e le incertezze di intere famiglie, risulta evidente una realtà ben diversa da quella dipinta dai proclami menzionati. Dei 365 posti di lavoro ne restano circa un terzo.
Nella nota alla stampa traspare anche la distinzione dei due diversi casi, New Trade e Silda Invest. Se nel primo la proprietà ha forti responsabilità (con una fidejussione per sbloccare i fondi regionali non ancora versata), nel secondo si riconosce l’effetto negativo della legge di stabilità approvata a dicembre.
Nonostante ciò «c’è stato chi, come il consigliere provinciale di Chieti, Camillo D’Amico (Pd) aveva azzardato l’annuncio in pompa magna del rinnovo della formazione on the job, quasi a spacciarla per una vittoria del PD, mentre ancora niente c'era di certo».
Il rappresentante di Rifondazione Comunista nel consiglio regionale presenterà presto un’interrogazione allo stesso ente per far sì che i protagonisti istituzionali non facciano calare il silenzio sulla riconversione fallita.
In conclusione una speranza per il prossimo futuro: «ci auguriamo che in tutti quelli che finora hanno fatto della questione “riconversione Golden Lady” un motivo di speculazione politica, sia rimasto un minimo di dignità politica per chiedere scusa a lavoratrici e lavoratori ex Golden Lady».