L'Udc provinciale in rivolta, dichiarato il 'Rompete le righe' in vista delle prossime elezioni

La decisione contro l'imposizione delle candidature da Roma

Redazione
18/01/2013
Attualità
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Candidature 'calate dall'alto', direttamente dal leader Pier Ferdinando Casini, con la 'base' regionale e locale per nulla coinvolta e, dopo la levata di scudi e proteste dei giorni scorsi, ecco l'annuncio del 'disimpegno elettorale' in vista dell'appuntamento con il voto nazionale del 24 e 25 febbraio prossimi.

La decisione è del coordinamento provinciale dell'Udc, emersa a seguito della riunione, svoltasi ieri a Lanciano, dei quadri dirigenziali, sindaci ed amministratori del partito nella provincia di Chieti.

Di seguito l'intero documento dell'Udc provinciale.

 

Il Comitato e la Direzione provinciale di Chieti, i Sindaci, gli amministratori provinciali, comunali e degli enti pubblici locali, riuniti giovedì 17 gennaio 2013 a Lanciano,

 

preso atto che:

 per la composizione delle liste nella circoscrizione abruzzese in vista delle prossime elezioni politiche sono state incredibilmente eluse le chiare e sacrosante indicazioni dei Comitati e delle Direzioni provinciali abruzzesi, senza quindi una concreta condivisione delle scelte: si chiedevano candidati che fossero autentica espressione del territorio con un impegno attivo all’interno del partito;

 sono stati invece privilegiati personaggi che nulla hanno a che vedere con la linea politica adottata dall’Udc sia a livello regionale che nazionale;

 le liste presentate mostrano un’evidente assenza di nomi autorevoli e di supporto per il raggiungimento di risultati importanti, come quelli conseguiti negli ultimi tempi dal partito in Abruzzo e, in modo particolare, in provincia di Chieti;

 che proprio la provincia di Chieti rappresenta il bacino elettorale tradizionalmente più consistente per l’Udc a livello regionale, specie negli ultimi anni, contribuendo a tenere vivo il partito con gli eccellenti risultati intorno al 15% conseguiti alle Provinciali del 2009 e alle Amministrative a Chieti (2010) e Lanciano (2011), oltre che in realtà minori; è questa inoltre la provincia economicamente più rilevante dell’intero Abruzzo, oltre ad essere la più popolata;

 in provincia di Chieti è presente un elevato numero di amministrazioni locali a guida Udc, segno della vicinanza della qualità della classe dirigente provinciale del partito;

 i Comitati e le Direzioni provinciali abruzzesi, rispondendo alle richieste pervenute dai vertici nazionali, avevano espresso una rosa di candidati autorevoli per il Parlamento, come il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, e il Capogruppo in Consiglio regionale dell’Udc, Antonio Menna, entrambi appassionati animatori del partito;

 la scelta di dimostrarsi totalmente sordi alla “base” abruzzese del partito denota un disarmante disinteresse verso questo territorio e la sua gente, che dovrebbero essere i veri soggetti da tutelare in Parlamento, senza personalismi e interessi di qualsiasi natura;

 l’autosospensione da tutte le cariche all’interno dell’Udc a livello locale, provinciale e regionale, per via delle scelte ufficiali circa la composizione delle liste. L’Abruzzo e in particolare la provincia di Chieti subiscono un’ennesima ingiustizia che mortifica il territorio e umilia chi da anni è impegnato attivamente per sostenere i valori e i princìpi dell’Udc, per assicurare una continua e riscontrabile crescita del partito a livello locale. E’ questa una brutta ferita, stavolta difficilmente sanabile, il cui dolore è alleviato solo dalle innumerevoli testimonianze di solidarietà e dalle manifestazioni di dissenso rispetto alle scelte imposte dall’alto da parte di iscritti, anche giovani e donne, di esponenti della società civile e di semplici cittadini. La decisione presa dai vertici nazionali del partito fa pensare a un patto di desistenza, una strategia per indebolire l’Udc e la sua struttura organizzativa locale, che peraltro si è sempre attenuta alle direttive imposte dagli organi nazionali dimostrando puntualmente una fedeltà raramente riscontrabile;

annunciano

 il disimpegno nella campagna elettorale in vista delle Politiche del 24 e 25 febbraio prossimi poiché ci si sente in dovere di difendere l'onore della classe dirigente regionale del partito, che si contraddistingue per coerenza, dirittura morale, capacità amministrativa, attaccamento al territorio e al partito e rifiuto di qualsiasi forma di clientelismo.

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