Felice Rossi, arrivato alla soglia degli ottanta anni, ha pensato che era giunto il momento di fare una sorta di bilancio della sua vita dura, amara, cruda, faticosa, e poi di metterla per iscritto in un volumetto. Il titolo: “La mia storia”. Con il padre sordomuto dalla nascita, ha dovuto accorciarsi le maniche per aiutare la famiglia.
Felice, infatti, ha fatto tanti mestieri: contadino, calzolaio, barbiere, minatore, autista, negoziante, elettricista, idraulico, trattorista, frantoiano, manovale, suonatore di organetto. Ha lavorato nelle fornaci dove si facevano a mano i mattoni e le tegole, ha frantumato con il martello tonnelate di pietre, ha lavorato tre anni nel buio delle miniere di Walsum.
Inizia così il suo diario: “Ho trascorso l’infanzia pascolando le pecore nella contrada “Caccavone)” e “Lisciaro” e aiutando i miei genitori nei lavori agricoli. Man mano che crescevo, ero in grado di svolgere da solo anche i lavori più faticosi, come zappare e dissodare la terra per piantare le viti. Durante la bella stagione, da aprile a ottobre camminavo sempre scalzo e la mia vita era scandita dai ritmi stagionali: a maggio si andava a tagliare l’erba col falcione, a giugno e luglio si mieteva il grano con la falce e nei mesi invernali si andava nei boschi a raccogliere la legna. Ricordo che alla fine di ogni giornata dovevo raccogliere e riportare sulle spalle un fascio di legna che sarebbe servito, il giorno seguente, per scaldarci e cucinare”.
Felice Rossi è oggi consigliere comunale a San Giovanni Lipioni; nel frattempo non ha abbandonato la sua attività di autista. Il ricordo più bello della sua vita è quello legato al trasporto di Papa Giovanni Paolo II con il suo autobus, durante la visita agli stabilimenti Siv di San Salvo il 18.3.1983. Sulla sua vita si potrebbe girare un film.
Oggi Felice è una persona serena e può dedicare più tempo al suono del suo inseparabile organetto.
Speriamo, che in molti leggano la sua autobiografia.
“La mia storia” potrebbe diventare un documento prezioso per i giovani.