La Uil accusa: «Alla Tyco Electronics figure professionali costrette ad andare via»

L'allarme lanciato da Arnaldo Schioppa

a cura della redazione
06/05/2013
Attualità
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Sono pesanti le accuse della Uil riguardo la situazione del personale della Tyco Electronics, multinazionale presente a San Salvo con uno stabilimento con oltre 160 dipendenti.

L'azienda produce connettori per auto e, a differenza di molte altre realtà del Vastese, sta riuscendo ad ammortizzare la crisi evitando anche la cassa integrazione. Non tutto, però, sembra andare per il meglio. 
L'allarme arriva dal segretario della Uil, Arnaldo Schioppa: «È più di un anno che denunciamo una situazione che non è affatto funzionale alla crescita di questa azienda anzi, sembrerebbe che ci sia qualcuno che consapevolmente o inconsapevolmente rema contro. A tale proposito il nostro pensiero va alla struttura del Personale a nostro avviso ritenuta non all’altezza della situazione».

Il sindacalista lamenta la 'fuga' di importanti figure professionali che finora hanno contribuito al buon rendimento dello stabilimento. Una situazione sulla quale avrebbe grande responsabilità la direzione del Personale di San Salvo. La stessa Uil, rivendica, inoltre, la propria volontà nel passato di aver voluto una figura locale per dare un valore aggiunto al territorio e la giusta importanza all'interno del gruppo, che oggi sembra essere stata avventata.
«Purtroppo ci troviamo di fronte ad una struttura che non ha alcun collegamento con i reparti - prosegue Schioppa - e prende estemporanee iniziative con gruppetti di persone e compagni privilegiati, legando le questioni personali a quelle aziendali. Alla faccia della tanto sbandierata “etica” attualmente tanto di moda nelle direttive interne. Le nostre preoccupazioni sono corredate dai fatti! Quando a lavoratrici e lavoratori altamente qualificati, si creano le condizioni affinché lascino l’azienda non si fa certo il bene di quest’ultima. Ciò è dimostrato anche dal fatto che si è creata, nella catena di comando, una situazione di anarchia tale da non capire più chi deve dare le direttive e chi invece deve risolvere i problemi del Personale».

Poi, il segretario passa a descrivere nel dettaglio i fatti a cui fa riferimento: «Ultimi episodi, solo in ordine di tempo, la fuoriuscita per dimissioni di un’alta professionalità, cosa di per se già abbastanza grave e che richiedeva la giusta riservatezza. La cosa è bruscamente diventata di dominio pubblico malgestita dal Personale con la complicità dei soliti noti, senza alcun rispetto per la legge a tutela della privacy. Non trattamento migliore è stato  riservato ad una dipendente con contratto di somministrazione in scadenza la quale ha chiesto il colloquio con il Personale (oltretutto per questo tipo di contratto c’è l’obbligo di legge) senza essere ricevuta, in barba al rispetto per l’occupazione femminile nel nostro territorio».

Per Schioppa, le richieste di chiarimenti da parte del sindacato non hanno avuto alcun esito dall'azienda: «Questo ci fa capire che ormai la misura è colma!  Da questo momento invitiamo la Società a riflettere  e trovare le giuste soluzioni, altrimenti si prenderà la responsabilità di aver depauperato le potenzialità di uno stabilimento che, appena qualche anno fa, era in predicato per il raddoppio della sua capacità produttiva».

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