Gabriele Marchese: «Troppo silenzio sulla ricapitalizzazione del porto turistico»

Per l'ex sindaco a rischio i beni demaniali

a cura della redazione
22/05/2013
Attualità
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L'ex primo cittadino di San Salvo, Gabriele Marchese, riaccende i riflettori sulla vicenda della ricapitalizzazione del porto turistico 'Le Marinelle'. Un provvedimento che potrebbe avere, secondo l'esponente di Ssd, importanti ricadute negative sullo sviluppo turistico della città.

«In questi giorni - afferma Marchese - si sta consumando una vicenda molto importante che rischia di passare in silenzio. Ho l'impressione tra l'altro che il tutto stia avvenendo con qualche disattenzione di troppo. Tale operazione rischia di segnare in negativo il futuro sviluppo turistico della Marina di San Salvo e più in generale della nostra città. Mi riferisco al progetto di capitalizzazione del porto turistico le Marinelle e alla relativa privatizzazione di un pezzo di lungomare. Ho già spiegato nel mio intervento in consiglio comunale che sono a favore del progetto di capitallizzazione con una governance diffusa per il completamento e la gestione del porto. Assistiamo invece alla consegna dello stesso nelle mani di un solo privato».

Per Marchese sono a rischio aree ora usate liberamente da cittadini e turisti: «Nel progetto è compreso anche la a privatizzazione della piazza, di un tratto di lungomare e della pineta adibita attualmente ad area pic-nic e a parco giochi. Questo avviene con il consenso dell'attuale maggioranza di centrodestra che governa il Comune. Ritengo che tutto ciò non può passare in silenzio. Il bene comune, di tutti i cittadini, va tutelato e salvaguardato».

La nota dell'ex-sindaco si conclude con un invito a un ripensamento e alla mobilitazione in difesa dei beni demaniali: «Rinnovo l'invito al Sindaco a ripensare a tale decisione prima che sia troppo tardi. Faccio appello, inoltre, a quanti hanno a cuore gli interessi generali della città a mobilitarsi affinchè tale operazione venga bloccata. I beni demaniali sono di tutti i cittadini e non di pochi».

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