Il futuro è ancora pieno di sacrifici e rinunce, ma dopo due anni di ordinativi in picchiata, il grafico delle vendite negli stabilimenti satellite Primo e Bravo della Pilkington riprende a salire.
Arrivano segnali lievi, ma importanti per l’industria giapponese del vetro del gruppo Nippon Sheet Glass che confermano la qualità del prodotto offerto dallo stabilimento abruzzese di località Piana Sant'Angelo a San Salvo.
I nuovi ordinativi arrivano dalle case automobilistiche europee e dalla Ford. E insieme agli ordinativi Pilkington annuncia ai sindacati anche un’altra notizia confortante: nuovi investimenti per il rinnovamento degli impianti.
«Non conosciamo le somme ma il proposito di rinnovamento degli impianti è di per sè positivo», rimarca Arnaldo Schioppa, segretario provinciale della Uil. In un panorama economico devastante, l’idea di nuovi investimenti allontana lo spauracchio dei trasferimenti. La fabbrica di Piana Sant’Angelo divenuta nel 2006 una cittadella del settore automotive ha subito nell’ultimo biennio un grosso ridimensionamento. La Polonia resta un avversario temibile. In questi giorni azienda e sindacati sono impegnati a trovare un accordo per il premio di partecipazione, ma intanto l’industria pensa già al prossimo anno.
In attesa che le cose vadano meglio Pilkington continua a ricorrere alla solidarietà e conferma una settimana di pausa ogni mese fino a marzo 2014. La flessibilità resta un imperativo categorico ma grazie agli ordinativi dirottati su San Salvo dal nord Europa, Brasile e Marocco alcune, produzioni non sono più in affanno. Pilkington sta cercando anche soluzioni per ridurre i costi delle materie prime. Nel pacchetto risparmio rientra la possibilità di acquistare sabbia dalla Turchia. Una grossa mano potrebbe arrivare dal porto di Punta Penna. Confindustria è impegnata a sviluppare il traffico delle navi feeder porta-container. Ancora nessuna fumata bianca, purtroppo, per il collegamento ferroviario dall’area industriale al porto. E questo fa arrabbiare industriali e sindacati che reclamano interventi più incisivi dalla politica.
«Il Vastese ha il tessuto produttivo più importante del Chietino», ricorda il presidente di Assovasto, Marcello Dassori. «Non può essere trattato come la periferia d’Abruzzo».