Nonostante siano passati circa 25 secoli, il dialetto sansalvese conserva ancora molti vocaboli della lingua Osca (lingua degli Osci e dei Sanniti).
Le cause che hanno concorso a questa sua conservazione sono molte: l’indole particolarmente conservatrice della stirpe Frentana, la configurazione della nostra zona arroccata su una collina, circondata da boschi impenetrabili e da acquitrini.
La lingua osca cominciò a declinare quando il dominio di Roma si estese sull’ intera penisola. Nel tardo medioevo, la parlata sansalvese ha subito qualche lieve modificazione.
Ecco alcune espressioni della lingua osca che resistono al logorio del tempo:
Tàte padre
Sciòsce sorella
Zà zia
Mahàre fattucchiere
Zzèrre caprone
Vàrre spranga
Trabbàccule carro sgangherato
Ciarciàvai ramo basso d’ulivo
Virdàsche qualità di fico
Pàttile sottile sfoglia di pasta
Trùffile contenitore di terracotta per vino
Tràgne secchio
Zòca fune
Tròcchìle mangiatoia per il maiale
Mandéle tovaglia
La scrittura osca partiva da destra verso sinistra, non aveva lettere maiuscole e l’alfabeto era composto da 21 lettere.
FOTO: Guerriero sannita