Sentenza Eternit: «Giustizia anche per le vittime nel Vastese»

Antonio Colella chiede di fare luce sui casi relativi alla zona industriale di San Salvo

a cura della redazione
05/06/2013
Attualità
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«Giustizia anche per le vittime nel Vastese»: è l'appello che, a pochi giorni dalla sentenza 'eternit' del Tribunale di Torino, arriva dalla sezione Abruzzo-Molise dell'Osservatorio nazionale amianto, di cui è coordinatore il vastese Antonio Colella.

Dopo aver sottolineato l'importanza della sentenza, poiché la 'tragedia amianto' non riguarda solo il nostro Paese, ma l'Europa e il mondo intero, Colella sottolinea che ora bisogna portare avanti la battaglia per avere giustizia per tutte le vittime, in ogni parte d'Italia. «Oltre ai tanti lavoratori morti, anche la fitta schiera di 'malsopravvissuti' della zona industriale di San Salvo, imbottiti di polveri di amianto (taluni in 'ossigeno-terapia') dovrebbero far parte dell’Italia, ma, nel 2010, l’Inail e l’Inps hanno respinto le loro domande di rivalutazione contributiva, poiché relative ai siti non compresi con atti di indirizzo, cioè 'figli di uno Stato minore'. Al danno del calvario quotidiano, si aggiunge così l’umiliazione. È dunque, giunta l’ora, dopo 20 anni di attesa, che anche a San Salvo, dopo Torino, sia fatta giustizia. I governanti non possono continuare a rimanere silenti».

Colella si rivolge ai massimi organi nazionali: «A Letta il compito di dare una risposta, netta, chiara e definitiva, alle tante interrogazioni parlamentari che sono fioccate negli anni, ultima quella del senatpre Casson del 15 marzo 2013, passando per la penultima del 15 giugno 2012, con prima firmataria la senatrice Dorina Bianchi e sottoscritta da parlamentari di tutti i gruppi politici. Ma, sul punto, va sottolineata la puntuale e rigorosa interrogazione, a firma della stessa Bianchi, in data 6 giugno 2012, quale membro della 'Commissione d’Inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro' e delle 'morti bianche' che, finalmente, squarciava il velo di decenni di omertà e di omissioni sulla tragedia-amianto perpetratesi nella zona di Piana S. Angelo di San Salvo, da parte di chi, preposto a vigilare per obbligo di legge, non ha visto, non ha sentito e se c’era dormiva. Tale atto parlamentare, tutt’ora senza risposta, rappresenta un’ulteriore forma di giustizia per il lavoratore Alfonso Pacilli, dirigente sindacale e dell’Osservatorio nazionale amianto, ingiustamente licenziato il 2 aprile 2012, ma anche per quei lavoratori e rappresentanti sindacali (pochissimi) che, ieri come oggi, in solitaria ebbero il coraggio civile di denunciare all’Autorità giudiziaria di avere avuto l’amianto in faccia e perciò massacrati nella loro libertà e nei diritti, illegittimamente licenziati (e,perciò, reintegrati) querelati, calunniati e diffamati sulla stamp».

Il coordinatore dell'Osservatorio amianto conclude precisando: «Nel rigoroso rispetto dell’Autorità giudiziaria, siamo pienamente fiduciosi che la Procura della Repubblica, a Vasto come a Torino, saprà fare piena luce sulle centinaia di morti 'misteriose' di 40enni, 50enni e 60enni, nostri cari amici e colleghi di lavoro, al fine di dare giustizia alle loro famiglie e a coloro che dopo 20 anni giustizia ancora non hanno avuto»".

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