Marcovecchio: «Queste le priorità della zona industriale»

«Una convivenza tra tutti i settori è possibile»

Antonino Dolce
10/06/2013
Attualità
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Quando si parla dei problemi del Vastese è uno dei pochi sempre presente per evidenziare le istanze delle realtà produttive della zona industriale di San Salvo «che erogano circa 40 milioni di euro di stipendi al mese».
È incredibile come Graziano Marcovecchio, presidente di Pilkington Italia e membro dell’Associazione Industriali di Vasto, riesca in ogni occasione a mantenere la calma e a ripetere pacatamente quali sono le priorità di uno dei nuclei industriali più importanti della Regione Abruzzo. Sebbene gli interlocutori siano cambiati nel corso degli anni – da rappresentanti di governo di ogni livello a uomini e donne di partito – le esigenze sono rimaste tali, insoddisfatte.

Marcovecchio è tornato a elencare i punti critici che attanagliano Piana Sant’Angelo anche venerdì scorso in occasione dell’iniziativa Vastese terra di nessuno.
Ha ammesso la difficoltà nel rispondere alla domanda degli investitori stranieri «Perché restare a San Salvo?». Finora – e il presidente della Pilkington lo ripete in ogni occasione – molte grandi aziende, compresa la sua, sono rimaste grazie agli ammortizzatori sociali: «Recentemente la Pilkington ha chiuso uno stabilimento in Svezia e ora quelle produzioni avvengono a San Salvo. È successo, però, solo perché lì non ci sono i nostri ammortizzatori sociali, ma non basta fare le battaglie sul costo del lavoro che influisce sul bilancio di una società per il 20% massimo».

TRASPORTI – Quello della movimentazione delle merci resta uno dei nodi centrali. Marcovecchio lo aveva ripetuto anche in occasione del consiglio comunale del luglio dello scorso anno, qualche giorno dopo la firma degli accordi sui contratti di solidarietà per il salvataggio degli oltre 600 esuberi. La situazione non è cambiata molto. Il trasporto su gomma rimane quello più usato, più costoso e più inquinante. Il ‘sogno’ è un collegamento con le ferrovie e con il porto. Sfruttare i diversi canali riuscirebbe a produrre un importante abbattimento dei costi attuali.

FISCALITÀ LOCALE – Altra pesante voce in bilancio è quella della tassazione locale. «Bisogna intervenire sulla fiscalità locale – spiega l’ad – per battere la competizione interna agli stessi gruppi delle multinazionali. Qualcosa nell’ultimo anno è rientrato, ma, ad esempio di Irap la Pilkington paga 5 milioni di euro. La Sevel ne versa 15 di milioni. I competitor polacchi e tedeschi non la pagano».

ENERGIA – Tra i temi più caldi c’è anche quello dell’energia. Per Marcovecchio la politica energetica abruzzese – e italiana in generale – non è chiara: «Oggi paghiamo, rispetto ad altri siti europei, il 40% in più di energia. Le grandi aziende, quelle serie, sono le prime a voler raggiungere la sostenibilità, anche per una questione economica. Siamo attenti a ridurre gli sprechi. Abbiamo, in Pilkington, un efficiente ciclo di riutilizzo dell’acqua. Conviene anche a noi tenere sotto controllo i fumi. La convivenza con gli altri settori è possibile, ma vediamo solo “no”».
Il punto sull’energia è di quelli destinati a far discutere. Per Marcovecchio nel Vastese è possibile lo sviluppo di tutti i settori – commercio, agricoltura, turismo, artigianato e industria – ma «qui vige la regola del “o si fa una cosa o l’altra”. Oggi dobbiamo ammettere che i nostri padri hanno fatto molto meglio di noi».

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