San Salvo, terra di nessuno

Giovanni Artese
05/09/2006
Comunicati Stampa
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Sotto il tiro della criminalità strutture e apparati del Comune. Chi vive a San Salvo ha ormai la netta sensazione che la città e il suo territorio siano alla deriva, una sorta di ''terra di nessuno'' dove chi passa può fare ciò che vuole. Non si ha nemmeno il tempo di analizzare e metabolizzare le ultime brutte vicende (dall¹incendio del megaparcheggio di via Montegrappa all'incendio dell¹auto nei pressi della chiesa di San Giuseppe, dove un anziano signore ha rischiato di morire) che la cronaca nera ricomincia la sua nefasta girandola. Negli ultimi tre giorni abbiamo avuto tre gravissimi episodi di seguito: il 2 settembre, l'incendio doloso di una discarica in valle Trigno, che ha creato una nuvola di fumo tossico lunga dieci chilometri; la notte del 3/4 settembre, l'attacco incendiario doloso alla rimessa dei vigili urbani di San Salvo; il 4 settembre una tentata rapina a danno di una signora davanti alla sede Carichieti, con momenti drammatici e lesioni a più persone. La gente è ora spaventata, traumatizzata da eventi sentiti o vissuti in prima persona, piena di tensione, a volte di rabbia ma del tutto sfiduciata nelle istituzioni. Un'intera classe politica, che amministra da 12 anni questa città è alle corde, perché non ha saputo capire le dinamiche di evoluzione socio-economica, non ha saputo responsabilizzare e garantire la legalità, tantomeno proteggere i cittadini da una lenta ma evidente penetrazione della criminalità più o meno organizzata e della cultura mafiosa meridionale. Neppure l'ultimo allarme lanciato dall'intera opposizione a San Salvo alle autorità e alle forze dell'ordine a non sottovalutare i rischi che un'intera comunità sta correndo e ad intervenire con mezzi più idonei per controllare il territorio e reprimere la criminalità, è servito a molto. Adesso, dopo anni di politica dello struzzo, gli amministratori propongono soluzioni tecniche per ''mettere in sicurezza tutte le strutture pubbliche e predisporre sistemi di sorveglianza nei punti strategici''. Già, perché si sono finalmente accorti che sotto tiro della criminalità è ora direttamente il Comune e le sue strutture! San Salvo era un paese che fino a vent'anni fa non prendeva lezioni da nessuno in termini di democrazia e di legalità, dove porte e campi erano tutti aperti, senza chiavi, lucchetti né fili spinati. Se dunque oggi San Salvo piange e si rende conto di non poter contare che sulle risorse della sua gente per proteggersi, dovrebbe tuttavia piangere anche il restante Abruzzo. San Salvo è infatti la porta sud-orientale dell'Abruzzo; e se cede al crimine organizzato, la Regione dei Parchi potrebbe diventare un nuovo Far West. Ne sanno qualcosa la vicina Vasto e altre località costiere, che da molti mesi registrano episodi analoghi che certo non consentono sonni tranquilli agli amministratori comunali, provinciali e regionali. San Salvo 5.09.2006 Impegno per San Salvo

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