La crisi ha paralizzato l’economia mondiale. La ripresa resta una chimera. Considerato che sia le piccole imprese che i grandi gruppi industriali continuano a perdere quote di mercato, bisogna cercare nuovi modelli d’ investimento. Non dobbiamo mai perdere di vista la necessità di assicurare uno sbocco ai giovani. Papa Francesco, parlando ai giovani in piazza San Pietro, ha così esclamato: “Non fatevi rubare la speranza” . Il problema è che i posti di lavoro sono sempre più scarsi. Prossimamente, secondo il parere di molti esperti in materia, saranno gli imprenditori agricoli a salvarci dalla grave crisi. Perciò, i nostri governanti dovrebbero approvare al più presto una serie di provvedimenti utili al rilancio del settore agricolo. Purtroppo i politici si interessano troppo poco di agricoltura. “Ripartire dalla terra ed investire per un nuovo Rinascimento verde” è uno dei messaggi scaturiti dal convegno di Firenze dell’ Earth Day Italia.
“ Oggi fare i contadini é ben altro - ha affermato l’assessore all’agricoltura della regione Sardegna, Andrea Prato - dobbiamo immaginare un composto che unisce insieme attività agricola e attività turistica. C’ è bisogno di un’agricoltura, moderna, competitiva e soprattutto funzionale. La rivoluzione culturale deve cominciare dalle nuove generazioni. Non si può diventare imprenditori agricoli senza aver frequentato una scuola professionale”.
Insomma, i giovani imprenditori agricoli, devono avere gli strumenti necessari per gestire la grande quantità di conoscenze e di saperi . I giovani si stanno avvicinando alla vita in campagna. Nel nostro territorio l’ economia agricola rappresenta una voce di grande “respiro”. Speriamo che, come a Todi anche a San Salvo, venga realizzato un liceo dell’ agricoltura. A Todi, il liceo dell’agricoltura, sta avendo un grosso impatto nel territorio. E’ finito il tempo in cui i giovani si affidavano all’ istinto e all’ esperienza dei propri genitori. I giovani che vogliono dedicarsi all’agricoltura, sappiano che non bastano solo le braccia, ma occorrono la testa e la professionalità acquisita direttamente sul campo. Devono capire, che senza sgobbare sui libri, non andranno avanti nella vita. “Cultura e coltura” devono camminare insieme.
Cosa ne pensano i giovani imprenditori agricoli?