Caccia, si parte, ma in sordina. Il prelievo della lepre è stato infatti posticipato al 2 ottobre. Il provvedimento, varato dalla Provincia, ha validità per il solo territorio dell’Atc Vastese. Una decisione che sicuramente abbasserà la pressione venatoria sulla lepre, ma che alimenta un vespaio di polemiche.
Ad alzare la voce è Roberto Lalli, dirigente provinciale Enalcaccia e già presidente dell’Atc, che ha inviato una lettera di proteste all’indirizzo del presidente della Provincia.
«Questa decisione penalizza esclusivamente una parte dei cacciatori della Provincia, più precisamente coloro che risiedono nel comprensorio vastese, mentre lascia invariato il numero delle giornate di caccia dei cacciatori residenti nell’ambito Chietino-Lancianese. Una simile iniziativa sarebbe stata giustificata se fosse stata applicata su tutto il territorio provinciale. La semplice affermazione da parte di un Atc di un “sì” o un “no” non costituisce una “istanza motivata” che va supportata da studi e analisi atti a giustificare sotto il profilo tecnico, scientifico e gestionale determinate decisioni. In questo caso, inoltre, mancano anche i requisiti di logicità, ragionevolezza e legittimità. Non mi dilungo sulla logicità e ragionevolezza, queste si commentano da sole e non meritano da parte mia nessun commento. Qualche considerazione desidero farla sulla legittimità. La legge regionale 10 del 28 gennaio 2004 al art. 4 comma 1° dice: “Presso la Provincia è istituita la Consulta della caccia, quale organo tecnico-consultivo della Provincia stessa”. La Consulta è stata istituita dal legislatore come organo tecnico-consultivo permanente a cui la Provincia deve rivolgersi prima di assumere decisioni che riguardano l’attività venatoria. Altrettanto chiaramente il legislatore ha delineato i compiti degli Atc senza mai attribuire compiti specifici di intervento sul calendario venatorio. La cui spettanza è stata riservata alle associazioni venatorie/agricole/ambientaliste nell’ambito della Consulta provinciale e regionale della caccia. La Consulta va comunque convocata e consultata soprattutto se si tratta di “materia” relativa al calendario venatorio, come nel caso di specie. Il calendario venatorio è stato emanato con delibera di Giunta regionale, pertanto con atto amministrativo che non può mai anteporsi alla legge. Concludo dicendo: Sono desolato, ma non più sorpreso».