'Rimborsopoli', Argirò: «A me contestate 200 euro per un albergo»

Il consigliere regionale si dice tranquillo e pronto a fornire tutta la documentazione

Antonino Dolce
25/01/2014
Attualità
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La notizia di giovedì scorso degli avvisi di garanzia recapitati ai gran parte dei consiglieri della Regione Abruzzo, nonché al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e al presidente del consiglio dell'ente Nazario Pagano, ha fatto rapidamente il giro dell'Italia prendendo il nome di Rimborsopoli
Nell'indagine - che non fa distinzioni tra maggioranza e opposizione - è finito anche il consigliere regionale di San Salvo Nicola Argirò, presidente della commissione per le Attività produttive. 

Contattato telefonicamente, ci ha spiegato la sua posizione e cosa gli viene contestato: «Ho la mente serena perché faccio politica da 20 anni, durante i quali ho gestito da assessore al Bilancio della Provincia 150 miliardi di vecchie lire all’anno senza mai avere alcunché. Non conoscevo l'esistenza della "Rimborsopoli" d'Abruzzo fino a quando non ho ricevuto l'avviso di garanzia, il primo che ricevo nella mia vita di politico e imprenditore e questo la dice lunga sul mio modo di operare. Sembra che io debba fornire un riscontro su una ricevuta da 200 euro per il soggiorno in un albergo nell’aprile 2010 in occasione del Vinitaly. È una cosa che sicuramente farò fornendo tutti i carteggi. La media delle somme contestate ai consiglieri indagati è quella, anzi - escluso il presidente di Regione e del consiglio ai quali saranno contestate sicuramente cifre maggiori perché più frequentemente in missione - c'è chi deve spiegazioni su 70 euro, altri su 80».

Argirò spiega che l'inchiesta riguarda i rimborsi e i viaggi compiuti dagli amministratori regionali: «Io da presidente di commissione potevo fare un viaggio al mese, ma ne ho fatti miseri 3 in 5 anni e sempre in occasione del Vinitaly per rilanciare l’agricoltura della nostra regione in un'importante fiera nazionale. In 5 anni trovarmi un "non-risconto" di 200 euro mi fa stare ancora più tranquillo. Lo ero anche due sere fa, ma saperlo da amici durante una cena, ti fa comunque preoccupare. Domani (oggi per chi legge, ndr) sentirò l’avvocato. Il 4 febbraio ci saranno le udienze e credo che in molti saranno prosciolti».

Infine, il consigliere regionale annuncia che presto si concluderà un'altra inchiesta che potrebbe riservare non poche sorprese: «Noi portiamo riscontri e ricevute, ma poi sono i gruppi che se ne occupano; è possibile che ci siano stati scambi di ricevute. L’accusa sembrerebbe molto debole, ma sarà la magistratura a far luce. È certamente un danno d'immagine, ma, ripeto, sono sereno. Presto si concluderà quella sui gruppi che coinvolgerà tutti - compreso il Pd ora assente perché non partecipò al Vinitaly per altri impegni - e sicuramente lì qualche scucitura verrà fuori, anche se credo che nessuno agisca in malafede. Si tratta di un’indagine parallela simile a quelle in corso in tutta Italia che presto vedrà la fine (probabilmente fra un paio di mesi), ma sono ancora più tranquillo perché in 5 anni non ho toccato un euro e sono contento che si faccia».

 

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