I commercianti di San Salvo penalizzati dai saldi in Molise

La Confcommercio: «Anche in Abruzzo si inizi il primo luglio»

a cura della redazione
23/06/2014
Attualità
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I commercianti di Vasto e San Salvo penalizzati dai saldi estivi del Molise. Nella vicina regione molisana i saldi partiranno il prossimo primo luglio e termineranno il 31 agosto, mentre in Abruzzo sono stati programmati a partire dal 5 luglio fino al 2 settembre.

La Confcommercio Abruzzo non ha preso bene la decisione della giunta regionale guidata da Frattura e parla apertamente di danni a discapito delle due città più vicine al confine: «Apprendiamo dagli organi di informazione che La Giunta Regionale del Molise ha ufficializzato la decisione di far partire i saldi estivi dal primo luglio al 31 agosto 2014. Tale decisione sarebbe stata assunta in vista dell’imminente visita del Papa in Molise e del conseguente e notevole flusso di persone previsto per l’occasione. A soffrire di questa partenza anticipata dei saldi da parte dei vicini molisani (in Abruzzo i saldi partiranno dal 5 luglio fino al 2 settembre 2014) sono proprio i commercianti di Vasto e San Salvo e dei comuni abruzzesi limitrofi che , considerata la vicinanza con le città molisane, rischiano di vedere migrare gran parte della loro clientela».

Per l'organizzazione di categoria c'è un palese contrasto con quanto stabilito in precedenza: «Vi è in più tale decisione di anticipare i saldi contrasta evidentemente con il provvedimento del 2011 della commissione "Attività produttive" della Conferenza Stato-Regioni con il quale si era stabilito di armonizzare la data di partenza dei saldi rendendola unica e uguale per tutte le regioni».

La Confcommercio, quindi, chiede alla giunta che si è insediata da poco, capeggiata dal presidente Luciano D'Alfonso, che anche in Abruzzo si parta, per i saldi estivi, il 1 luglio 2014.

PRESALDI - Non ci sono solo i saldi molisani in anticipo a minare il lavoro dei commercianti. Sotto la lente della Confcommercio ci sono i presaldi, promozioni continue che «alla fine si ritorcono contro lo stesso dettagliante perché il consumatore non capisce più quale è il vero valore del prodotto che va ad acquistare - spiega la presidente dell'organizzazione, Marisa Tiberio - minando alla base la credibilità del settore. Quindi diventa un gioco al massacro, perché si riducono i margini in un momento in cui invece i costi aumentano, basti pensare alle stangate TARI e TASI per tanti negozi. Se diamo via libera alle promozioni tutto l’anno vedremo diminuire la qualità della merce proposta nei negozi a vantaggio delle produzioni provenienti dal sud est asiatico. E non conviene davvero a nessuno, visto cosa muove l’abbigliamento italiano in termini di ricchezza, occupazione e immagine, che il Made in Italy esca dai nostri negozi».

GIUGNO IN CALO - La situazione dipinta dalla Confcommercio non è della più rosea. Se già nel mese di maggio gli 'affari' non sono stati così consistenti, la situazione è peggiorata a giugno. Il calo delle vendite in Abruzzo si è attestato a un meno 15-20%. 
Un dato che oltre ad allarmare deve spingere a trovare una soluzione che non sia quella penalizzante dei presaldi e delle super promozioni.

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