Per conoscere meglio le associazioni che operano sul territorio sansalvese abbiamo fatto visita all’associazione Emily che offre assistenza psicologica e legale, gratuita, alle donne, italiane e straniere, che abbiano subito violenza o la stiano subendo, qualunque sia la forma in cui essa viene attuata.
La dott.ssa Manuela Colanzi, psicologa, ci spiega l’attività di questo ente.
Quale è lo scopo dell’associazione?
Cerchiamo di sostenere le donne vittime di violenza in un percorso duro, ma necessario che le porti a ritrovare la propria autostima, a riprendere il controllo della propria vita e ad acquisire consapevolezza dei propri diritti irrinunciabili.
Quali violenze le donne subiscono?
La violenza viene perpetrata in vari modi: psicologicamente con insulti, ridicolizzazioni di fronte a terzi, offese; fisicamente con schiaffi e percosse; economicamente con la privazione della possibilità di lavorare o di disporre di denaro e sessualmente con stupri e molestie sessuali.
Che tipo di aiuto fornite?
Innanzitutto diamo ascolto: il nostro è un lavoro di attesa poiché per una donna che vive una condizione di disagio il passo più difficile è proprio chiedere aiuto: si vergogna o si sente in colpa per la situazione che subisce e sprofonda in una condizione di isolamento sociale e di immobilismo causati da paura, ricatti, minacce e dalla vana speranza di ‘riconversione’ del partner.
Il contatto con il nostro sportello ‘SAVE’ talvolta è telefonico, altre volte per e-mail. Fissiamo un colloquio che spesso è una liberazione per le vittime, somministriamo schede d’accoglienza e test psicologici garantendo l’anonimato e per ogni caso studiamo una strategia operativa che prevede assistenza sociale, consulenza familiare, mediazione, aiuto psicologico, legale ed amministrativo.
Chi sono i responsabili delle violenze?
La maggior parte dei nostri casi si svolge dentro le mura domestiche: i responsabili sono i mariti, i compagni, i fidanzati e non mancano casi di stalking. Spesso ci sono due livelli di funzionamento della violenza: uno domestico in cui la donna è vittima ed uno esterno in cui sembra tutto perfetto. La violenza è peraltro, ‘democratica’, colpisce ogni strato sociale. Le donne con figli vivono il disagio con ancora maggior dolore e senso di colpa. Ma hanno anche una motivazione più grande per reagire e riaffermare se stesse. Il nostro sportello è pertanto inserito in un contesto territoriale di collaborazione e cooperazione con le forze dell’ordine, con il tribunale dei minori, con i servizi sanitari e i servizi sociali per far fronte anche ai casi più delicati.
Il vostro sportello è sempre attivo?
Lo sportello ‘SAVE’, presso la Casa della Cultura in Piazza San Vitale, è attivo il lunedì dalle 8.30 alle 10.30, il mercoledì dalle 9.00 alle 11.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 11.00. Il numero telefonico è 0873/548747 e la mail savesansalvo@libero.it. Usufruiamo gratuitamente del locale che ci ospita grazie all'appoggio alla nostra attività dell' amministrazione comunale.
Com’è strutturato il vostro organico?
La nostra presidente è la signora Teresa di Santo che ha creato l’associazione nel 2009, poi c’è la coordinatrice, la dottoressa Mara Ricciuti psicologa e psicoterapeuta, c’è l’avv. Silvia Notaro per l’aspetto legale mentre la dottoressa Maria Concetta Di Ciero e io interveniamo come psicologhe.
È difficile non farsi coinvolgere emotivamente dalle storie?
Ogni storia ci colpisce e si sviluppa un’empatia tra noi e le donne che seguiamo. Mettiamo volontariamente il nostro tempo a loro disposizione con professionalità e dedizione. È comunque necessario rimanere sempre lucide e operative per fare del nostro meglio a sostegno delle vittime. Alcune donne dopo aver intrapreso un ‘percorso di rinascita’ abbandonano, altre invece, e sono la maggioranza, trovano risorse inimmaginabili e si riscoprono fortissime.
Come si combattere questa emergenza sociale della violenza contro le donne?
Noi facciamo attività di prevenzione e ogni anno, a ottobre, siamo presenti nelle scuole per la ‘settimana contro la violenza’ con temi, dibattiti e cineforum. È importante creare una coscienza di rispetto per la donna come essere umano. Il nostro obiettivo è far si che quante più donne possibili vengano a conoscenza della concreta possibilità di liberarsi dalla prigionia emotiva e fisica in cui vivono. Le campagne di informazione sono necessarie.
Di seguito la testimonianza di una donna che si è trovata in difficoltà e si è rivolta all’associazione.
«Mi chiamo A. e ho due figli, una casa e un lavoro a cui pensare e, mai nella mia vita avrei creduto di aver bisogno di un 'aiuto'... ma, quando i problemi col mio ex marito sono diventati violenti, ho dovuto mio malgrado accettare la mia impotenza... mi sono rivolta così a questa associazione.
Serietà, competenza, professionalità e molta umanità, questo è ciò che ho trovato nelle varie figure che operano in questa sede, come la dott.ssa Manuela Colanzi, psicologa. Forse, se avessi avuto un po’ meno vergogna e un po’ più di informazioni, mi sarei rivolta al centro molto tempo prima evitando così tanto dolore. Spero che la mia testimonianza possa far capire l'importanza di questo operato e delle persone che vi dedicano tempo e cuore perché bisogna essere davvero speciali, come Manuela, per entrare nel cuore malato delle persone senza far rumore».