Appuntamento con lo sport: la All Games Calcio a cinque

Questa settimana ci traferiamo nella palestra di via Verdi per scoprire la squadra di calcetto

Danilo Di Laudo
11/12/2014
Sport
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Torniamo puntuali, come ogni giovedì, a parlare dello sport sansalvese. Dopo aver percorso le nostre strade insieme ai ciclisti siamo tornati in palestra per poter scoprire meglio come è organizzata l’unica squadra di calcio a cinque della città: la All Games Calcio a 5. Per capire tutte le peculiarità di questo sport siamo andati a parlare con Guido Muscianese e Antonio De Filippis, rispettivamente secondo allenatore della prima squadra e dirigente accompagnatore.

L’intervista

Ho letto che la vostra società è nata nel corso dell’estate appena trascorsa. Come vi è venuta in mente questa idea e quali sono state le difficoltà maggiori per realizzarla?
Proprio così, siamo nati praticamente nel corso dell’estate e precisamente a fine giugno abbiamo presentato sia la squadra che i dirigenti. Di fatto siamo nati sulle ceneri del Casalbordino Calcio a 5 che, per svariati motivi si era vista costretta a chiudere, come si suol dire, baracca e burattini. Tuttavia va precisato che la squadra casalese, nel corso degli anni aveva ottenuto risultati di tutto rispetto tra cui due promozioni, la prima in C2 e la successiva in C1. Noi ripartiamo da qui. Abbiamo mantenuto anche molti dei vecchi dirigenti integrando coloro che, per diversi motivi, si sono allontanati ricreando così sia la squadra che militerà in serie C1, guidata dal mister Lanza che la formazione Juniores. La creazione della seconda squadra in cui giocano ragazzi anche del ’97,’98 e ’99 è necessaria per poter partecipare la campionato C1 in quanto, come prevede il regolamento, vanno costantemente schierati tre fuori quota per ogni partita. Fortunatamente l’allenatore, Alfredo Lanza, si è anche offerto di seguire la squadra Junior per cercare di creare una sorta di vivaio pensando anche al futuro e a eventuali cambi generazionali. Purtroppo le difficoltà sono sempre molteplici, soprattutto di tipo economico, visto che gli sponsor sono fondamentali. Non a caso ognuno di questi enti si occupa di ‘pagarci’ una parte delle nostre necessità, dalla trasferta al materiale tecnico all’affitto della palestra.

Quindi prendete parte a due distinti campionati. Come vengono organizzati gli incontri e come vi organizzate per raggiungere i diversi campi?
Si i campionati sono di serie C1 e Juniores. La prima squadra è composta sia da ragazzi giovani, nati addirittura nel ’96 che dai senatori che si divertono ad allenarsi e giocare con noi, più in generale ti posso dire che l’età media dei nostri calciatori si aggira intorno ai 24/25 anni. Tuttavia il nostro bomber, Francesco Di Bello, è del ’96 e gioca ufficialmente con la squadra Juniores. Per quanto riguarda gli incontri non avvengono nella stessa giornata proprio perché, una parte dei giocatori della squadra junior, deve partecipare anche agli incontri di C1. In genere le partite del campionato di serie C1 vengono disputate il sabato mentre quelle della categoria Juniores di lunedì. Noi facciamo eccezione per una questione di spazi e disponibilità visto che dividiamo la palestra con altre società. Per questo motivo giochiamo le partite degli junior domenica mattina. Questo è il discorso per gli incontri casalinghi mentre quando dobbiamo andare fuori ci organizziamo affittando un pulmino di modo che possiamo muoverci tutti insieme facendo aumentare anche lo spirito di gruppo, abbattendo inoltre i rischi dovuti al viaggiare separati.

A proposito di spirito di gruppo: quanto è importante la collaborazione in campo tra i vari calciatori?
Moltissimo, il calcetto infatti differisce tantissimo dal calcio a 11 e non è detto che chi sa muoversi bene con dieci compagni sia in grado di ottenere gli stessi risultati in un campo così 'ristretto'. Il gioco è molto tattico, si attacca e si difende con tutta la squadra e, in ogni momento, possono essere messi in pratica schemi particolari. Ovviamente se ci sono dei dissapori tra i compagni tutta la preparazione viene meno influenzando la prestazione. Inoltre quello che è importante è stare sempre concentrati proprio perché oltre ad essere uno sport tattico necessita di continua attenzione rivolta alle situazioni che possono crearsi all’interno del campo di gioco. Fondamentalmente per giocare bene sono necessari spirito di gruppo, concentrazione e istintività. Ovviamente non si può sempre vincere ma bisogna saper superare le sconfitte per poter andare avanti sempre tutti insieme. Noi stessi veniamo fuori da due sconfitte fuori casa e all’aperto, ma non per questo abbiamo intenzione di abbatterci.

Hai accennato a campi all’aperto quindi non sono tutti come questo di via Verdi in cui vi allenate. Quali sono le caratteristiche tecniche di campo, pallone e magari scarpe che potete utilizzare?
Purtroppo non sono tutti uguali. Le ultime due partite le abbiamo disputate nella zona dell’Avezzanese e con il freddo non è stato il massimo giocare. Per quel che riguarda la nostra situazione giochiamo in un campo la cui copertura è stata rinnovata da poco che misura 30x16 metri. Le misure minime sono 25x15 m, mentre le massime sono 42x22 m; inoltre ci sono anche parametri di sicurezza da rispettare come, ad esempio, le distanze dai muri perimetrali della palestra. La pavimentazione può variare da struttura a struttura, non a caso abbiamo disputato partite sia sul cemento ‘gommato’ che sul parquet come a Pescara, e non è difficile adattarsi ai diversi manti. Per quel che riguarda il pallone, utilizziamo una sfera di misura 4 quindi più piccola rispetto al calcio a 11. Importante è il rimbalzo controllato che ci permette di giocare indoor senza correre troppi rischi. Infine per quel che riguarda le scarpe in genere si gioca con scarpini futsal a suola completamente liscia o al massimo, nel caso di erba sintetica, con i tacchetti piccoli. Alcuni addirittura si allenano e giocano con le scarpe da ginnastica canoniche. La scelta in questo caso è del tutto soggettiva e ognuno può regolarsi in base alle proprie preferenze.

Quando disputate le vostre partite, secondo voi, quanto è importante la spinta che il pubblico riesce a dare e quanto è seguita la vostra squadra?
Il tifo del sostenitori è fondamentale, aiuta tantissimo a concentrarsi e tirare fuori il meglio. Addirittura siamo arrivati ad avere anche 100 persone ad assisterci e sostenerci in casa e speriamo di poter ampliare questo bacino di pubblico. Per fare questo cerchiamo anche di pensare alla nostra società come la più duratura possibile anche perché veniamo da un passato di organizzazioni poco longeve nel nostro territorio. Forse questo è stato causato soprattutto per la mancanza della cultura del nostro sport a favore del più famoso e strapagato calcio a 11. Per portare avanti la squadra stiamo anche cominciando a pensare all’istituzione di una scuola per garantire il cambio generazionale. Purtroppo per portare avanti un tale discorso bisognerà ampliare l’organico per gestire una più ampia richiesta. In concomitanza con questo anche un maggior numero di sponsor non farebbe male vista la povertà latente di questo sport.

Hai appena parlato di povertà. In che senso il calcetto è povero?
Dunque il calcetto è povero semplicemente perché non ci sono gli stipendi che si ottengono nel calcio. Addirittura noi stessi non paghiamo i nostri calciatori quindi, i ragazzi, giocano spinti dalla loro passione. Inoltre non ti nego che, anche vincendo lo scudetto, nessuna squadra riceve, dalla federazione, alcun compenso di tipo economico.

Invece se qualcuno volesse avvicinarsi al calcetto e quindi alla vostra squadra qui a San Salvo come può fare?
Per cominciare a giocare basta venire qui, noi ci alleniamo il lunedì, il martedì e il giovedì, magari contattandoci anticipatamente anche su facebook, e parlare con il mister per capire anche il livello dal quale si parte. Nei mesi precedenti abbiamo organizzato una stage al quale hanno partecipato circa quaranta ragazzi anche molto giovani, infatti come ti dicevo abbiamo anche osservato calciatori nati nel ’99. Non sono mancati anche atleti provenienti dal ‘campo grande’ ma non sempre sono riusciti ad esprimere al meglio il proprio potenziale. Speriamo, inoltre, di portare avanti la squadra creando anche una scuola di calcetto, ma, ripeto, le difficoltà sono molte.

Siamo alla fine: come ultima domanda vorrei chiedervi se ci sono dei progetti per far conoscere ancor più l’esistenza di questa squadra alla cittadinanza?
Oltre a pubblicizzare le nostre partite, pensiamo di organizzare un evento nel periodo natalizio e non ti nego che pensiamo di invitare anche una delle squadre più importanti a livello regionale, perché, va detto, che l’Abruzzo, anche se non lo sa, ha una bella realtà nel calcio a 5 soprattutto nella zona del Pescarese. Non a caso proprio il Montesilvano si è aggiudicato addirittura la Champions League vincendo quindi il titolo europeo. Speriamo quindi di portare una ventata di aria fresca anche con l’aiuto di queste iniziative, avvicinando quanti più spettatori possibile.

FOTO DI GIOMIX68

 

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