Quarta puntata dell'appuntamento riservato agli 'atleti della porta accanto'

Conosciamo un'atleta di origine marchigiana

Pasqualino Onofrillo
07/01/2015
Sport
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Oggi conosciamo un'atleta di origine marchigiana d.o.c. (le olive ascolane di mamma Lina ne sono la testimonianza più evidente) che vive a Vasto, lavora a Chieti Scalo, ma corre per la Podistica San Salvo dopo una breve esperienza con la Gazzetta Runners, Sergio Vitangeli.
 

Quando e perché hai iniziato a correre?
Ho iniziato 5 anni fa, praticamente a 50 anni; da premettere che io per 49 anni e 364 giorni non ho mai fatto attività sportiva (fatto salvo qualche corsetta e un po’ di palestra). Come capita a molti ci si trova alla soglia dei 50 anni con un po’ di soprappeso, qualche problemino di salute (nel mio caso una ipertensione boardline) e con i figli adolescenti che impegnano meno dal punto di vista del tempo.
Nel mio caso poi c’è stato un evento casuale che mi ha sollecitato ad iniziare: un giorno ho ascoltando Radio Deejay mi è capitato di sentire un intervento del dott. Fabrizio Duranti (ospite da Linus) che presentava il suo libro Il circolo virtuoso del benessere (libro che consiglio caldamente a tutti). Nei giorni successivi ho acquistato il libro che, tra le varie cose descritte per un corretto stile di vita, parlava dell’attività fisica e in particolar modo della corsa. Da lì in poi iscriversi ad una società e cominciare a correre sul serio è stata una conseguenza inevitabile.

Come concili il tempo per correre con il lavoro/studio?
Questa è la parte più complicata, se è vero che con i figli grandi si hanno meno impegni, è pur vero che il lavoro porta via sempre troppo tempo, nel mio caso un piccolo vantaggio è dato dal fatto che ho un orario flessibile per cui nei giorni in cui devo riposare accumulo un  po’ di tempo per poi uscire prima nei giorni di allenamento. La mia attività lavorativa mi porta spesso a viaggiare in Italia, questo all’inizio era un problema per gli allenamenti poi mi sono ingegnato e ho fatto diventare produttive le mie trasferte: in pratica prima di partire analizzo con Google Map le città e poi cerco di trovare un hotel che sia vicino a un percorso per correre; ed è così che poi alzandomi presto riesco a far coincidere la mia ora di corsa con il successivo impegno lavorativo, in più si rompe la monotonia di correre sempre sul lungomare di Vasto; nell’elenco dei miei posti preferiti posso citare: Il parco delle Cascine a Firenze, la pista ciclabile di Arenzano vicino Genova, il lungomare da Latina a Sabaudia, i giardini Margherita a Bologna.

Quale è il ricordo più bello che hai durante un allenamento?
Sarebbe scontato dire che quando corro in compagnia dei miei amici tutti i momenti sono belli, specialmente quando ci si prende in giro per le reciproche manie; nel mio caso è di citare sempre Orlando Pizzolato! Se devo citare un momento singolo è stato il giorno in cui, svegliandomi alle 5 sono riuscito a correre nel centro di Firenze completamente deserto passando per tutti luoghi storici che poi avrei percorso qualche anno dopo durante la maratona.

Quale è stata la fase più dura della tua carriera di podista?
Dopo la seconda Maratona di Roma nel 2011: correre a Roma è bellissimo, ma se non si è preparati e attenti negli ultimi 5 km di sampietrini si rischia di farsi male ed è quello che è successo a me e al mio ginocchio destro. Ricordo il dolore all’arrivo e alla quasi impossibilità di scendere le scale della metro, da lì in poi è iniziato un anno di problemi  che mi hanno impedito di correre e costretto a comprarmi una bici per continuare a fare un po’ di sport, oltre ad andare in piscina. In pratica dopo circa un anno senza correre ho ricominciato quasi da zero, fortunatamente senza più problemi.

Qual è la gara che ricordi con piacere?
È quasi scontato dire la prima Maratona, ma in realtà per me è stata una mezza; il mio inizio con le gare è stato un po’ particolare: ho iniziato con la Djten di Linus a Milano, in realtà io ho corso la Djfive perché non avevo ancora fatto la visita medica agonistica e non potevo fare la competitiva, ma ugualmente il piacere di correre con un pettorale insieme ad altre migliaia di persone mi ha eccitato. Da lì ho deciso di tesserarmi con una squadra, che nel mio caso è stata la Gazzetta Runners Club che permetteva di tesserarsi via internet senza costi, inviando solo il certificato medico.
La mia prima gara competitiva è stata quindi quella più vicina al tesseramento: la mezza maratona di Centobuchi di Febbraio 2009, scelta solo perché era la prima corsa disponibile; non avevo mai corso per più di 12/13 km, ma ho azzardato lo stesso e quando sono arrivato al traguardo con il tempo di 2 ore e un minuto mi sentivo un campione.

Qual è la salita che ti ha fatto pentire di aver scelto questo sport?
Tutte le salite mi fanno pentire! Io odio le salite e le soffro in maniera tremenda, l’ultima che ricordo è di Tufillo, per altro una bellissima salita con pezzi di sterrato che passava in un bosco e, complice anche una pioggia gelata io ho patito in maniera eccessiva.

Ti trovi meglio nelle gare brevi o nelle mezze/maratone?
Assolutamente le Maratone, le corse brevi e veloci paradossalmente le soffro di più di una maratona. La 10 km è solo un prova di forza fisica e se non sei dotato non ci sono santi che ti facciano andare veloce, la Maratona invece ha una componente mentale molto importante che fa si che si riesce a compensare i limiti tecnici con un giusta preparazione psicologica. Con questo non voglio dire che se sei un tapascione con l’uso del cervello diventi un campione, ma riesci a compensare un po’.

Racconta l’aneddoto più strano che ti è capitato mentre correvi.
Correvo da Vasto a Cupello una domenica mattina, arrivato a Cupello per variare il percorso, ho deciso di non tornare per la via principale e quindi vado per la zona industriale, all’altezza di un distributore di benzina incrocio un branco di cani randagi che comincia ad abbaiarmi e inseguirmi. La paura è tanta e comincio a scappare dirigendomi verso un capannone industriale decidendo di arrampicarmi sulla recinsione per sfuggire alle bestie; mentre sto sulla recisione in metallo dal capannone, esce un guardiano che comincia a urlare in rumeno con un bastone nelle mani!
In pratica avevo da un lato dei cani che mi abbaiavano e dall’altro un guardiano urlante che mi minacciava con un bastone affinché scendessi; io cercavo di spiegare al signore rumeno il mio problema ma a lui della presenza dei cani non importava granché. Questa posizione scomoda è durata un tempo per me interminabile, in realtà non più di 5 minuti, finche non è passato per la strada un anziano signore con il trattore che vedendomi in quella situazione si è fermato, con un urlo ha scacciato i cani permettendomi di scendere, mi ha guardato con commiserazione e senza dire niente è risalito sul trattore e se n’è andato. Da quel momento ho sempre evitato di andare da solo per strade non frequentate.

Meglio correre da solo o in compagnia?
Io preferisco correre in compagnia; prima che m’iscrivessi alla Podistica San Salvo correvo da solo, adesso non riesco più a farlo fatto salvo quando devo fare qualche lungo in preparazione maratona, in questo caso preferisco la solitudine perché mi permette di andare alla mia andatura e preparare la situazione di solitudine che si verifica normalmente nelle corse da 42 km.

Cosa pensi della Podistica San Salvo?
Domanda birichina! Ne penso tutto il bene possibile, ha cambiato il mio approccio alla corsa; prima vivevo il podismo in forma quasi autistica e ripensandoci non mi piacevo. Adesso la condivisione di questa passione è diventata motivo di piacere ulteriore: bellissime sono le trasferte in pullman che sono un ritorno alle gite scolastiche giovanili; memorabili le cene dove difficilmente sembriamo degli atleti. Tra i ricordi più belli ci sono quelli di trasferte per alcune improbabili maratone che non avrei mai corso senza la compagnia di alcuni amici della Podistica. Un riconoscimento  grande va al nostro presidente che ha una capacità organizzativa notevole riuscendo a tenerci uniti nonostante il numero crescente di iscritti; se devo riconoscergli un difetto è quello che ultimamente ha ricominciato a correre alla grande e non riesco più a batterlo.

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