Vastese: 7 Siti di Interesse Comunitario, tra piani di gestione e abbandono

Antonia Schiavarelli
18/02/2015
Attualità
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Sono stati aperti i termini per le osservazioni al Piano di Gestione dell’area SIC (Siti di Interesse Comunitario), che interessa nello specifico, per quanto concerne San Salvo il Biotopo della marina. I SIC In ambito ambientalistico servono a definire un'area che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un habitat o al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova. L’area interessata, è a ridosso della riserva naturale regionale istituita nel 2007, che comprende ben 57 ettari di litorale di Vasto marina.

Numerosi sono i Siti di Interesse Comunitario che interessano il nostro territorio. Le peculiarità della sua flora e fauna hanno fatto sì che venissero proclamati ben sette siti SIC: Punta Aderci, marina di Vasto e San Salvo, gessi di Lentella, abetina di Castiglione Messer Marino, monti Frentani, fiume Treste e medio e basso Trigno.

Come si potrà ben comprendere, l’essere insigniti di tale denominazione, non comporta necessariamente, che i siti in questione siano protetti, per far ciò sono necessari un piano di gestione, così come hanno fatto il comune di San Salvo e di Vasto per il SIC costiero, e la volontà di proteggere l’ambiente preservandone l’autenticità.

Un apprezzabile lavoro si sta svolgendo da diversi anni con il biotopo di San Salvo, non altrettanto con il SIC inerente il basso e medio Trigno. La presenza di cave, con ovviamente tutte le autorizzazioni necessarie, in entrambe le regioni, discariche a cielo aperto, danno l’esatta percezione che un’area può definirsi protetta, ma non esserlo.

Un passo avanti ulteriore, potrebbe essere fatto costituendo un Parco fluviale, così come proposto da numerose associazioni ambientaliste. Il SIC del medio e basso Trigno interessa diversi comuni, i tratti più importanti ricadono nei territori di Montenero e San Salvo. Qui sono numerose le specie di uccelli oramai in via di estinzione, si consideri per fare un esempio, che il nibbio reale nidifica qui e in nessuna altra parte d’Italia.
L’istituzione di un parco fluviale ed un piano di gestione così come per il biotopo costiero, darebbero la possibilità di avere fondi utili a recuperare un’area oggi destinata solo a raccogliere immondizia o a essere sfruttata da cave. Creerebbero nuovi spazi di aggregazione per le popolazioni, ed una cura dei luoghi che si ha solo con la loro frequentazione.

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