Turdò parla della sentenza Autovelox: non siamo soddisfatti

Antonio Turdò
27/06/2015
Attualità
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Nella giornata di ieri si è concluso il maxiprocesso autovelox sulla s.s.650 , denominata Fondo Valle Trigno, che unisce l'Abruzzo al Molise, presso il Tribunale di Vasto. Ricordiamo che in questo processo erano imputati circa 15 persone tra amministratori pubblici, gestori delle società degli autovelox e appartenenti alla polizia municipale dei comune di Cupello, Lentella, Fresagrandinaria, Dogliola e San Giovanni Lipioni.

La sentenza pronunciata dal Presidente del collegio , giudice Italo Radoccia, giudici a latere Fabrizio  Pasquale e Michelina Iannetta pronunciata alle ore 12,00 è di assoluzione  perchè il fatto non costituisce reato" ai sensi dell' art. 530 secondo capoverso, con riserva di depositare entro 90 giorni le motivazioni che sono alla base della sentenza.

Diverse le sensazioni e gli umori delle parti civili  che vedevano costituiti più di 500 multe per quasi 100 mila euro e rappresentati dai legali Giacomucci Raffaele, Isabella Mugoni, Alessandra Di Iorio, Adele Bonifacio, Maria Antonietta Mariani, Antonio Ferri, Michele Iadisernia, Pasquale Lollino, Francesco Di Giovanni, Andrea Di Santo e altri.

Per tutti loro parla il Presidente dell'associazione Comitato PROTRIGNINA Abruzzo e Molise  Antonio Turdò che ha coadiuvato in questi anni il pool di legali ed è stato sempre presente nelle varie udienze, che oggi fa delle riflessioni:

" Chiaramente non siamo soddisfatti di questa sentenza, poichè è strano ed anche incomprensibile che venga data l'assoluzione ai tanti imputati e per tutti i capi d'imputazione.

Con questa formula, il giudice dichiara che il fatto addebitato all'imputato è stato commesso proprio da lui, tuttavia il fatto non può essere considerato un illecito penale (da qui il non costituisce reato) perché manca l' elemento soggettivo (dolo,colpa o pretereintenzione), però ci permette alle partici civili di adire per un procedimento civilistico a se stante e questo lo faremo dopo aver letto bene le motivazioni della sentenza.

Io penso che porterò a conoscenza del Consiglio Superiore della Magistratura l'intera storia di questo processo che è nato male ed è finito peggio. Giova ricordare le lungaggini circa due anni per iniziare il vero e proprio processo, poi la Corte che è cambiata, poi questo procedimento chi lo aveva iniziato, come magistratura inquirente, non lo ha concluso e quindi si è rivelato un procedimento senza paternità, e da questo l’incredibile ed incomprensibile richiesta del Pubblico Ministero di assoluzione.

Come Comitato non ho nulla da rimproverare e da rimproverarmi, certamente abbiamo fatto capire a tanti che non possono fare come gli pare piace, che la legalità va rispettata e gli automobilisti non sono buoni solo a fare cassa per Comuni dispendiosi e  spendaccioni.

 

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