Amministrazione Magnacca, niente tasse, ma non per tutti

Alla vigilia del mercato alla marina l'amministrazione Magnacca lo esenta dal pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico

Antonia Schiavarelli
20/07/2015
Attualità
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E’ del 16 luglio la determina con la quale, l’amministrazione Magnacca, di fatto toglie la tassa per l’occupazione di suolo pubblico a circa un chilometro di lungomare, sul quale si svolge un mercato iniziato il 18 luglio.

Lo si fa citando il Regolamento comunale in materia, affermando che essendo ”tali manifestazioni, oramai considerate “tradizioni” rappresentano per la Città di San Salvo un momento di incontro tra i commercianti, cittadini e turisti in quanto il mercatino è finalizzato al collezionismo, artigianato multietnico e prodotti tipici”.

Ieri abbiamo fatto una passeggiata in questo mercatino di prodotti di collezionismo, artigianato e prodotti etnici e abbiamo potuto notare circa 30 metri lineari di vendita diretta di prodotti di ferramenta, 10 metri lineari di prodotti di prodotti di cancelleria varia con zaini all’ultimo grido, 6 metri lineari di vendita diretta con prestiti agevolati di divani di Altamura e tanto altro ancora, ma nulla che differenzi questo mercato da un qualunque mercato del giovedì o fiera.

Il Regolamento comunale citato, permette agli Enti pubblici quali Stato, Regioni, Comuni di non pagare la tassa, per finalità specifiche di assistenza, previdenza, sanità, educazione, cultura e ricerca scientifica. Dunque avendo definito tale mercato una tradizione ed essendo patrocinato dal comune, dobbiamo intendere che siano culturali i motivi che hanno indotto l’amministrazione a non far pagare una tassa solo a questo mercato?

Si consideri che un qualunque commerciante su area pubblica, che non rientri in quel chilometro “esentato”, paga circa 800 euro per 60 giorni di occupazione di suolo pubblico per 18 mq. di superficie, inoltre deve pagare la TARI (immondizia) e deve innanzitutto presentare un progetto sull’area che andrà ad utilizzare, se vende cibo, avere autorizzazioni sanitarie e naturamente un registratore di cassa. La normativa in materia è piuttosto stringente, ma non per tutti.

Non è chiaro se tali manifestazioni "culturali" paghino luce e TARI, questo nella determina non è specificato, si consente però il patrocinio del comune, l’uso del nostro stemma.

Nella stessa determina si afferma che per organizzare questo mercatino, sono state interpellate anche altre associazioni di categoria (ci piacerebbe sapere quali), o di organizzazione eventi, ma che purtroppo ha risposto solo una, che organizza la stessa iniziativa da oramai 10 anni.

Ci chiediamo dunque dato l’assunto su cui si basa tale esenzione, perché non considerare “tradizione” anche il mercato del giovedì che si svolge da oltre 50 anni nella nostra città. Altrettanto potremmo chiedere per le diverse fiere che si tengono con cadenza annuale nella nostra città, da oltre 20 anni.

I commercianti che usufruiscono di tale esenzione, pagano per partecipare a questa iniziativa “culturale”, a chi e quanto?

Ovviamente ci si risponderà che all’interno di questa iniziativa “culturale”, sono previsti numerosi spettacoli, esibizioni di band, karaoke e fuochi d’artificio, che vanno a riempire il nostro calendario estivo presentato il 27 aprile scorso, ma questo che c’entra con la tassa di occupazione di suolo pubblico?

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