La Società partecipata Marina di Pescara s.r.l. ha delle gravi criticità di bilancio che rischiano di far fallire tutto il senso della operazione di accorpamento!
Con una interrogazione orale con carattere d'urgenza che depositerò alla ripresa dei lavoratori parlamentari, chiederò ai Ministri dello sviluppo economico e dell’economia e delle finanze –anche in qualità di responsabili della vigilanza sulle Camere di Commercio-di sospendere il processo di accorpamento delle Camere di Commercio di Chieti e Pescara.
Quanto è accaduto nella riunione della Camera di Commercio di Chieti del 16 settembre 2015, con il voto che ha spaccato esattamente a metà il consiglio camerale convocato per discutere la sospensione del procedimento di fusione tra le Camere di Commercio di Chieti e Pescara, al fine di approfondire i dati di bilancio della Camera di Commercio di Pescara (ed in modo particolare della società controllata al 100% Marina di Pescara S.r.l.), merita attenzione.
La fusione rischia di contraddire lo scopo stesso dell’accorpamento che, tra gli scopi, è finalizzata alla razionalizzazione e riduzione dei costi.
Chi chiede la sospensione del procedimento di fusione evidenzia gravi criticità nella Società partecipata Marina di Pescara S.r.l., il cui socio unico è la Camera di Commercio di Pescara identificabili principalmente nelle seguenti: la Camera di Pescara aveva previsto nel bilancio di previsione 2014 un aumento di capitale sociale per la Marina di Pescara S.r.l., di € 1.840.000,00 poi rinviato; i bilanci degli ultimi tre esercizi della Società Marina di Pescara evidenziano perdite crescenti per un importo complessivo di € 323.287;i crediti della Marina di Pescara S.r.l., risultano di notevole entità rispetto ai ricavi e mostrano trend crescenti; la cassa diminuisce sensibilmente del 53% negli anni considerati; nelle note integrative risulta un lodo arbitrale perso da Marina di Pescara S.r.l., nei confronti della DANIMAR BOAT S.r.l. per un importo di € 1.400.000,00 non rilevato in bilancio; necessità di un piano industriale che il socio unico Camera di Commercio di Pescara ha richiesto nel 2013 (investimenti giudicati urgenti ed indifferibili) di cui non si ha ancora traccia, che gli stessi Revisori sollecitano e che potrebbero riguardare investimenti per la messa in sicurezza per svariati milioni di euro.
Non è condivisibile il salomonico consenso della Regione Abruzzo e men che meno la posizione dei Ministeri interessati che incomprensibilmente, nella relazione di accompagnamento al Decreto di decisione di accorpamento ritiene non necessario “introdurre disposizioni di dettaglio relativamente, ad esempio, ai criteri contabili di valutazione ed iscrizione in bilancio dei patrimoni accorpati, alle conseguenze su Aziende speciali, Associazioni e Società controllate o partecipate dalle camere accorpate”. Se quanto denunciato dai consiglieri della Camera di Commercio è vero (e non ci sono ragioni per dubitarne), allora l’accorpamento va sospeso. E vanno approfonditi, chiariti ed eliminati tutti gli aspetti deteriori che minano alla base l’obiettivo di razionalizzazione!