"Io, Melania bambina dislessica"

Una figlia e una mamma raccontano la loro esperienza

Maria Napolitano
22/12/2015
Attualità
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Sabato 19 dicembre presso la CartoLibreria La Coccinella Voltalapagina, Melania Falasca ha presentato il suo libro "Io, Melania bambina dislessica", iniziato a scrivere a soli sette anni e mezzo.

“Mamma facciamo i carabinieri. Voglio raccontare la mia storia con un libro. Sento che il mio cervello è come un cassetto pieno di calzini sparigliati.” E così Melania dettava e la mamma trascriveva su dei quadernoni. 

Melania ha imparato a leggere in terza elementare. I primi due anni nella primaria sono stati difficili soprattutto perché ancora veniva diagnosticata la dislessia e avvertiva il disagio del confronto con i suoi coetanei. Oggi Melania frequenta il secondo superiore dell’istituto alberghiero di Termoli. Lei stessa ha scelto questa scuola perchè appassionata del settore. Fino all’anno scorso aveva bisogno di un supporto esterno per studiare oggi fa quasi tutto da sola. La mamma, Sabrina Di Tullio, grazie ai suoi titoli professionali e allo studio con “gli occhi di mamma” è diventata una specialista e formatrice della Dsa, interpellata anche dai vari enti come esperta della materia.

La dislessia ha diversi gradi e diverse sfaccettature. Per i dislessici è difficile studiare la storia perché, almeno nei livelli più gravi, non hanno la cognizione del tempo. Difficili risultano pure le materie che contemplano un linguaggio troppo tecnico come ad esempio il diritto. Spesso hanno bisogno di strumenti informatici come supporti didattici ma comunque consigliati dalla quarta elementare. È importante il ruolo degli insegnanti e spiegare alla classe perché quel bambino o ragazzo ha bisogno di quegli strumenti. 

I dislessici da un lato hanno un gap nella parte del cervello deputata all’automazione e dall’altra hanno delle eccellenze. Con loro i metodi di insegnamento tradizionali non funzionano richiedono una “didattica creativa personale”, ossia bisogna capire l’eccellenza che contraddistingue il singolo  e adeguare il metodo di studio a questa caratteristica. Molti personaggi famosi sono dislessici. La dislessia diventa un punto di forza anziché di debolezza quando vi è una piena accettazione: “sono dislessico ma questo non è un limite, posso realizzare tutti i miei sogni”.

La legge 170 del 2010 regolamenta i diritti degli alunni affetti da dislessia, disattesi da molti insegnanti. 

Scrive Melania di sé: "Sono una bambina dislessica. Sapete cosa significa? Quando si è dislessici non si sa leggere e scrivere come gli altri bambini, ma si apprende in maniera diversa perché il tuo cervello va a 200 all'ora come la moto di Valentino Rossi, ma poi ti perdi nelle piccole e semplici cose automatiche come leggere e scrivere. Per esempio quando devo leggere una parola come tavolo, ogni volta che devo leggere e capire i suoni della parola, non riesco a 'vederla' e capire subito che quella parola significa tavolo. Sono tanti i bambini dislessici come me. E non bisogna averne paura perché non è una malattia, né una cosa i cui vergognarsi, è come un serpentello che ti va su e giù, nel corpo e nel cervello...".
 

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