Il “carnevaletto” e il “carnevalone”

Tradizione sansalvese e non

Maria Napolitano
13/02/2016
Attualità
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Qualche giorno fa mi è tornata in mente un'espressione di mia madre che non sento più pronunciare, il “carnevaletto”.

Era la domenica successiva a quella di carnevale, dopo il mercoledì delle ceneri. Non ricordo quali erano le tradizioni legate a questo giorno. Mamma in quest’occasione ci riproponeva le pietanze del carnevale, cicerchiata, ravioli di carne o  tagliatelle rigorosamente impastate in casa con la farina di “cappell” e polpette o salsicce arrostite sulla brace.

Mia suocera, originaria di Calimera in provincia di Lecce, oggi mi ha raccontato che per loro c'era il “carnevalone”, un'occasione di divertimento per l'intero paese. Si allestiva una sorta di rito funebre: “è morto Carnevale” Un carretto tutto sgangherato portava la salma, i giovani (non le ragazze) si travestivano e fingevano di seguire e piangere in maniera eclatante il morto. Un anno questo rito è coinciso con la sconfitta della squadra di calcio del paese. Il “morto” indossava la maglietta della squadra. Quanti pianti!!!

Facendo un giro sulla rete si scopre che ci sono diversi paesi che festeggiano anche la domenica successiva il mercoledì delle ceneri.

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