Schiena - parte seconda - Personal Jesus

I racconti del Conte

Massimiliano Conte
11/03/2016
Cultura
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Ma sopratutto, Giulia chi era?

   Bella senza averne voglia, bella schiena, danza classica da piccola, buone abitudini, buoni voti, una familiarità sconcertante con l'elettronica ed un solo obiettivo: arrivare a 18 anni ed andarsene da quel villaggio prealpino in cui le auto non mettono la freccia perché tutti sanno dove girano tutti gli altri.

   E così fece. Diploma di ragioneria appeso in cameretta e valigia pronta sotto il letto. Prima tappa Londra, dalla cugina. Londra metà anni ottanta, se avevi 18 anni e stavi scappando, significava essenzialmente immergersi nel punk, o meglio, post punk. Ma la maturazione avvenne a Berlino nel 1986. Berlino per Giulia si può riassumere in tre concetti: case occupate, pirateria informatica e “no muro!”.

   Quel muro era il suo nemico numero uno. Ed il muro fisico era solo una metafora. Quel separare, dividere i buoni dai cattivi, il mio dal tuo, noi da loro, la mandava letteralmente in bestia (in punkabbestia).

   E quella metafora crollava nel 1989, crollava il muro fisico, ma la divisione no. La divisione è metafisica, le divisioni sono dentro di noi. Ci vuole molta, troppa fatica a non esternarle.

   Con questa consapevolezza, dopo un tatuaggio lungo la colonna vertebrale che le sbucava sulla nuca, tornò al punto di partenza e decise di combattere il sistema dall'interno.

   Da buona hacker si inventò competenze e specializzazioni per entrare in quello studio, proprio quello a cui spedì il suo curriculum.

   “Specializzata in transazioni estero su estero”.

   Questa frase inchiodò alla poltrona il Dottor Castoldi, erano mesi che cercavano qualcuno per quel tipo di lavoro.

   Passarono pochi giorni, la contattò lui in persona et voila: collaboratrice del prestigioso “Studio Contabile Castoldi”. In breve diventò la responsabile del non-settore che non aveva un nome, o che se ce l'aveva era un inglesismo per dire “come ripulire i soldi di dubbia provenienza o occultare le entrate in nero”.

   La ditta per cui lavorava Luca aveva bisogno di quel tipo di “consulenza fiscale” ed ecco entrare Giulia negli uffici della “RING!” ed ecco iniziare la frequentazione, la baita chiamata casa e tutto quel “godersi il silenzio”.

   Dopo due anni ecco cosa c'era tra loro, non solo amore, o complicità: potevano stare ore in silenzio, e goderne. Ed a nessuno dei due era mai successo.

   Un giovedì come gli altri, almeno all'apparenza, Luca annotò qualche ulteriore dettaglio sul file “Ultimo_Round”. Avevano infatti ricevuto una comunicazione interna, dal capo, che rinnovava l'invito (leggi OBBLIGO) a partecipare alla cerimonia di premiazione dell'associazione Giovani Industriali per il giorno seguente. Il premiato era ovviamente il mittente. Lo stesso mittente aggiungeva che, per motivi personali, il giorno seguente sarebbe stato presente in ufficio dalle 18.00 alle 19.30 e pregava i destinatari di prenderne nota.

   Il tempo di riporre il telefonino nel cassetto e le chiavi nello svuota-tasche sulla scrivania ed ecco il capo al telefono:

   - Venga immediatamente nel mio ufficio!-

   Dal tono si annunciava una sfuriata, come sempre senza motivo.

   - Sono pronti i report del venerdì?-

   - No, ma è solo giovedì!-

   - Si ma domani, come saprà, avrò una premiazione e praticamente non sarò in ufficio, come avrà letto.-

   - Ma la notizia ce l'ha comunicata solo 5 minuti fa.-

   - Eccoci, siamo alle solite, ho bisogno di collaboratori e mi ritrovo ostacoli..- ed altre dolcezze rituali. Luca aveva imparato a non interrompere il teatrino. Ascoltò tutto e si riavviò alla sua scrivania. Appena seduto, un forte giramento di testa. Il tempo di fare un cenno ai colleghi “chiamate Giulia” e primo buio. Rinvenne qualche minuto dopo sdraiato a terra mentre lei le stava seduta accanto. Il secondo buio arrivò dopo averle indicato la scrivania.

   Si risvegliò il sabato seguente nella “casa”. Sul letto un biglietto. “Ciao Strangelove, ti ho dato delle pastiglie berlinesi perché dovevi riposare. Sono andata a prendere delle cose, arrivo”.

   Il tempo di non sentirsi morto e si rese conto di avere un problema: non aveva il suo telefono nei paraggi. Lo cercò ovunque, mise la baita sottosopra. Niente. Non poteva far altro che aspettare il ritorno di Giulia.

   Accese il tablet. Un numero infinito di e-mail, notifiche e messaggi su facebook. Iniziò dalla posta elettronica pensando che fossero colleghi ed amici interessati alle sue condizioni di salute. Ma c'era molto altro.

   Primo messaggio, inviato qualche ora prima da Cristina, la segretaria “personalizzata” del capo. E-mail con lui come destinatario e tutti i colleghi “per conoscenza”:

   “Nonostante le drammatiche evenienze, che le saranno già note, sono a comunicarLe quanto deciso dall'amministratore con sua ultima comunicazione interna (in allegato). Lei è stato avanzato alla carica di Direttore Amministrativo. Detta promozione si renderà esecutiva previo periodo semestrale di aspettativa retribuita (come da lei richiesto verbalmente). In questo lasso di tempo le funzioni verranno svolte da persona da Lei indicata.” Immediatamente Luca pensò agli effetti collaterali delle pillole berlinesi. Si sciacquò la faccia. Niente da fare: era vivo ed era sveglio (acqua gelida).

   “Si sarà sicuramente pentito per tutte le angherie, magari anche a causa del malore che mi ha fatto svenire. Avrà cercato di porre rimedio... ma cosa intende Cri con -drammatiche evenienze-?”

   Mentre pensava questi pensieri si accende il pallino blu di Messenger. Il suo collega e quasi amico Gianni gli scrive:

   Gianni: Ciao Luca come stai? O dovrei chiamarti Direttore?! Finalmente sei online. Avrai sicuramente saputo...

   Luca: Sto bene, mi sono appena alzato, ho appena letto la mail di Cristina, non so null'altro.

   Gianni: È morto. Incidente d'auto. Il bastardo ha avuto quello che si meritava. Almeno ha capito quanto è stato stronzo con te, per quello ti ha promosso.

   Luca si alza di scatto, spegne il tablet e ripensa al suo telefono nel cassetto della scrivania dell'ufficio. Inizia a sudare.

   Riaccende tablet e scrive a Gianni.

   Luca: Scusa ma non lo sapevo, la notizia è una bomba ed ho poca connessione. Com'è la dinamica dell'incidente?

   Gianni: Probabilmente un colpo di sonno. Anche se alle 19.30 è un po strano. Tra l'altro sarà stato eccitatissimo, il bastardo. Stava andando a ritirare quella farsa di premio!

A farla breve è uscito di strada. Non ha neanche frenato, non ci sono segni sull'asfalto...mistero.”

    Luca si sente fottuto. Nel file criptato c'era descritto in modo meticoloso come sabotare i freni dell'auto del capo. “Occorrente: carta forno e olio per freni. Tagliare i fogli in quattro quadrati da 5 centimetri di lato. Piegarli al centro, versare due cucchiaini di olio, chiudere a bustina, congelare. La sera prescelta si dovranno inserire i quadratini congelati tra i dischi e le pastiglie dei freni,(che nell'auto in questione sono a vista appena sotto alle pinze rosse). Per un breve tratto l'auto non presenta anomalie. Poi, col calore, l'olio si scioglie e la macchina smette di frenare.”

   Era evidente. Se avessero trovato il suo telefono e decrittato il file l'avrebbero arrestato. Non poteva essere una coincidenza. Anche se era in malattia. Anzi, il malore sarebbe stato interpretato come una recita per precostituirsi un alibi.

   - Eccomi dormiglione.- Giulia entra in casa con due valigie e due buste.

   - Cos'hai? Non sei felice di vedermi?-

   - Giulia, sono fottuto! Se trovano il mio telefono sono fottuto...-

   - Questo telefono?- e lo butta sul divano.

   Luca ha capito tutto, con la faccia liquida inizia a balbettare qualcosa. Lei lo ferma.

   - Meritava di morire. Complimenti per l'accuratezza, non sarei mai stata in grado di escogitare un piano del genere. E la finezza di usare olio per freni poi...è una chicca! Così, ogni perito non può non pensare che ad un guasto meccanico.-

   - Non sono così sicuro che meritasse di morire. Sicuramente non lo sai ma mi aveva promosso a Direttore.-

   - Ahahahaha.- Giulia stava piangendo dalle risate.

   - Cosa cazzo ci sarà da ridere?-

   - Hai ragione, scusami. Due settimane fa ho decriptato il tuo file. L'ho fatto per capire cosa c'era lì dentro. Ogni volta che ci scrivevi sembravi un maniaco. In effetti lo sei, almeno in teoria. A proposito: enjoythesilence è una password di merda! Violabilissima.-

   - Grazie.-

   - Ho capito che dovevo solo aspettare il momento giusto, che è arrivato col tuo malore (alibi perfetto) e la sua premiazione (stato di eccitazione=guida sportiva). Ho inserito le bustine che avevo nel freezer da qualche giorno, come da tue istruzioni, mi sono fermata lungo il vialetto che porta al parcheggio ed ho aspettato che passasse il “Giovane Industriale Postumo”. Ho violato la rete aziendale e le credenziali del tuo ex-capo. Ti ho promosso e mandato in aspettativa. Ora posso ridere?-

   - Cos'altro hai fatto, tanto lo so che c'è dell'altro, e cosa sono quelle buste che hai in mano?- chiede lui con stati d'animo che vanno dal calmo e sorridente al preoccupato ma fiero.

   - Poco altro. Ho rubato tutti i soldi in nero di quei bastardi per cui lavoro ed ho versato contributi enormi a Greenpeace, Emergency, Free Tibet ed altri utilizzando molte false identità per aggirare i vincoli massimi di donazione. Ho lasciato qualche milione per noi in un conto di una “banca estera che ha molto a cuore la privacy dei suoi clienti” come dice il Dott. Castoldi. In queste buste ci sono due biglietti aerei, anzi sbrighiamoci.-

   - E se ti beccano?-

   - E che cosa dicono? Ci ha rubato soldi in nero e/o di provenienza illecita? Equivarrebbe ad autodenunciarsi.-

   - Ma perché hai fatto tutto questo? E chi cazzo sei tu?-

   - Erano cose giuste da fare ma tu non le avresti fatte. Alla seconda domanda ti rispondo in macchina. Dai che perdiamo l'aereo.-

   - Dove andiamo? Ok, hai ragione, non importa.-

   Appena entrati in auto Luca chiede nuovamente:

   - Tu chi sei?-

   Lei si volta, lo guarda un attimo e fa partire un CD.

    Your own Personal Jesus

     Someone to hear your prayers

     Someone who cares

     Your own Personal Jesus

     Someone to hear your prayers

     Someone who's there[1]

 

 

[1] Il tuo Gesù personale, qualcuno che ascolti le tue preghiere, qualcuno che si prenda cura di te. Il tuo Gesù personale, qualcuno che ascolti le tue preghiere, qualcuno che sia lì per te.

Personal Jesus, Depeche Mode, Singolo, 29 agosto 1989, Album di provenienza Violator, Mute Records 

 

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