La lavanda dei piedi di don Raimondo

Nei semplici gesti di un parroco, l'esempio per tutta una comunità

Antonia Schiavarelli
24/03/2016
Attualità
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Il centro storico di San Salvo da anni, accoglie famiglie rumene, albanesi, cinesi, marocchine e senegalesi. E’ qui che hanno trovato casa, ed è qui che i loro bambini vanno a scuola, facendo divenire il plesso di via Firenze, la scuola materna del quartiere, un luogo in cui la multiculturalità è la normalità.

San Salvo, ha visto crescere la popolazione straniera in modo esponenziale negli ultimi anni, essa rappresenta infatti l’8% della popolazione residente. Numeri che nella scuola diventano evidenti, dalle facce dei bambini che corrono nei corridoi.

E’ per questo che le maestre del piccolo plesso, il più antico di San Salvo, hanno voluto festeggiare la settimana Santa, in modo particolare.

Don Raimondo Artese, parroco della chiesa di San Giuseppe, lo scorso martedì 22 marzo, ha accompagnato i bambini in un racconto, degli ultimi giorni della vita di Gesù, coinvolgendoli in una rappresentazione fisica  della processione con le Palme, della celebrazione dell’Ultima Cena, ma soprattutto, con la Lavanda dei piedi ai piccoli studenti.

Una decina di bambini seduti sulle piccole panche della scuola, hanno visto l’anziano parroco chinarsi su di loro e compiere un gesto che probabilmente non avranno compreso, ma che per la cristianità è simbolo di umiltà, di ospitalità e di accoglienza.

Abbiamo assistito a questo gesto migliaia di volte, proprio nella celebrazione del Giovedì Santo, dai vari Papi che si sono succeduti, in cerimonie ufficiali. I luoghi erano diversi, i soggetti lo erano, ma l’atto di dono e di ospitalità è lo stesso.

E’ questo il messaggio che vogliono che passi le insegnanti e la dirigente dell’Istituto Comprensivo n.1, Daniela Bianco, proponendo incontri interreligiosi e favorendo anche altre manifestazioni celebrative al fine di conoscere, aggregare e favorire l’espressione di opinioni personali, nella libertà di espressione e rispetto reciproco delle culture, “E’ impegno della scuola – afferma la dirigente – accogliere e valorizzare le varie culture socio-religiose che potrebbero dialogare con un linguaggio comune”.

 

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