Una zia come una mamma

I racconti di Nicolina Cilli

Nicolina Cilli
30/04/2016
Varie
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Io ero molto giovane quando la presi con me, fu portata dai nonni per una lunga degenza del padre. I miei genitori avevano impegni di famiglia, perciò la nipotina fu affidata a me giovane studentessa in vacanza.

La mia vita trascorreva tranquilla e gioiosa, avevo molti amici e mi piaceva trascorrere molto tempo con loro, fare gite e soprattutto ballare.

Mi trovai in un bivio: fare la mamma o continuare a vivere con i miei coetanei. Decisi di far crescere la nipotina secondo il mio modo di vivere. Giancarla, divenne la nipotina di tutti i miei amici, anche perché non faceva capricci ed era sempre sorridente, imparò presto a stare con noi.

Se si ballava, lei nel suo angolino batteva le mani; se si andava a spasso dal suo carrozzino ascoltava i nostri discorsi o guardava la natura; se si faceva merenda lei mangiava con noi i suoi biscottini; insomma era sempre in nostra compagnia e cresceva serena.

Mia sorella insegnava perciò aveva poco tempo a sua disposizione e la nipotina restò con noi più di due anni. Crebbe serena e in salute coccolata da amici e parenti. Giancarla mangiava imboccata da me, dormiva vicino al mio letto, imparò a camminare sotto la mia guida e a parlare ascoltando tutti noi. Mi accorsi che i bambini incominciano da soli a chiamare “ma..ma…mammamà” a chi sta loro quasi sempre vicino. Infatti io volevo impararle a chaimare zia ma lei balbettava ma…ma.. e io “zia” e lei ancora ma…ma..mma e ricominciavo a farle scuola.

Arrivata quasi a tre anni il padre migliorò in salute e mia sorella pensò di riportare sua figlia nella sua famiglia e farla crescere col fratellino. Tutti noi non avevamo fatto i conti con la psicologia infantile istintiva e piena di emozioni. Quando la mamma e il papà la presero per riportarla a casasua nion voleva salire in macchina. Si pensò a un capriccio, e partì. Dopo due giorni vedemmo arrivare mia sorella con la bambina dietro consiglio del pediatra e lasciarla un po’ di giorni con noi insieme alla mamma per abituarla alla sua presenza. E così accadde. Non mi dilungo in altri particolari e cito solo una cosa. Un giorno mi venne a trovare che già andava all’asilo e mi portò dei biscottini sbriciolati nella tasca del suo grembiulino e mi disse: “questi sono per te e io ti voglio chiamare mamma zia”, “va bene” risposi sorridendo.

È passato molto tempo ma sono considerata ancora mamma-zia. Oggi la nipotina ha 60 anni; la sua famiglia e i suoi quattro figli mi vogliono tanto bene e io sono rimasta sempre la mamma zia.

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