Emilio Di Cola, operatore del cinema Odeon nei ricordi di Angelo Di Pierro

Storie di vita

Maria Napolitano
03/07/2016
Territorio
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Mia madre ripeteva sempre una perla di saggezza “fai il bene e dimentica e fai il male e pentiti”. Seppur non conosciamo il quando e il come, ognuno di noi è “destinato” a morire e a lasciare nel bene e nel male delle tracce a prescindere dal tempo trascorso sulla terra.  

Capita che ritrovi una vecchia foto e ti commuovi a rivederla. ….”. A pronunciare questa frase è Angelo Di Pierro nel rivedere una foto che ritrae un suo zio Emilio Di Cola vestito da postino in una posa che ricorda il film di Massimo Troisi “Il postino”.

Emilio ha lasciato nell’animo di Angelo delle tracce di umanità indelebili. Emilio è nato nel 1934 ed è venuto a mancare quando non aveva neanche trenta anni.

Il postino titolare di San Salvo dell’epoca, Vitale Pellicciotta (che era subentrato al papà Achille), aveva nominato Emilio come suo supplente per quando si doveva assentare per malattia, ferie e altre situazioni simili. In quel periodo il titolare della mansione provvedeva a individuare un sostituto.

Quando non svolgeva il lavoro di postino aiutava i genitori nei lavori di campagna ed era l’operatore del cinema Odeon a San Salvo. Angelo ricorda quando la mamma di Emilio lo incaricava di portare la cena al figlio. E lui, bambino, in un epoca in cui non esistevano la televisione e i computer e il cinema rappresentava quasi una magia, restava lì incantato a vedere le pellicole dei film in bianco e nero di Amedeo Nazzari.

Un’altra grande passione di Emilio era la fisarmonica che suonava per rallegrare le serate tra amici in quelle che erano chiamate le “cantine” (come la “canten di Alb Fajurn”) e nelle case. Gaetano Masciale lo ricorda con queste parole ”Non posso scordarmi un suonatore di una volta, toccava uno strumento (nel suo caso una fisarmonica) e si diversificava da Primiano, altro suonatore dell'epoca, per il tocco diverso. Un musicista di una volta era una “persona diversa”".

Era ben voluto da tutti e veniva invitato sempre alle feste proprio per la sua giovialità. Non c'era sansalvese che non gli fosse amico.

Amava anche la fotografia e Angelo era uno dei suoi soggetti preferiti.  “Ogni foto che mi ritrae bambino mi parla di lui, della sua bontà d'animo, della sua immensa socialità”.   

Nel 1962 si è ammalato di tubercolosi. “All’epoca San Salvo era davvero profondo sud e la malattia era vissuta con un grande senso di colpa”. La penicillina era stata inventata nel 1929 eppure Emilio è morto a causa di una malattia per la quale la cura esisteva già da diverso tempo.“Avevo 10 anni quando se ne andò, ma non l'ho mai dimenticato”

I suoi funerali sono stati celebrati presso la palestra delle scuole di Via De Vito poiché in quel periodo stavano rifacendo la facciata della chiesa di San Giuseppe.

Emilio Di Cola non era una persona importante e nella sua vita apparentemente non aveva fatto nulla di ciò che solitamente merita menzione eppure è riuscito a lasciare delle tracce di bene e a segnare in positivo la vita di chi l’ha conosciuto semplicemente con la sua gioia di vivere

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