Dio è sempre positivo, Dio è amore, e l’amore è positivo!

Commento al vangelo

Don Simone Calabria
14/08/2016
Varie
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Nella Liturgia di oggi abbiamo appena ascoltato queste parole della Lettera agli Ebrei: «Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,1-2). È un’espressione che dobbiamo sottolineare ancora in modo particolare in questo Anno della Misericordia. Anche noi dobbiamo tenere lo sguardo fisso su Gesù, perché la fede, che è il nostro “sì” al nostro rapporto personale con Dio, viene da Lui, viene da Gesù. È Lui l’unico mediatore di questo rapporto tra noi e il nostro Padre che è nei cieli. Gesù è il Figlio, e noi siamo suoi figli. Ma la Parola di Dio di questa domenica contiene anche una parola di Gesù che ci mette in crisi, e che va spiegata, perché altrimenti può generare critiche, incomprensioni. Gesù dice ai discepoli: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Che cosa significa questo? Significa che la FEDE non è una cosa decorativa, ornamentale; vivere la fede non è decorare la vita con un po’ di religione, come se fosse una torta e la si decora con la panna. No, la fede non è questo. La fede è riconoscere una Presenza, comporta scegliere Dio come criterio-base della vita, e Dio non è vuoto, Dio non è neutro, Dio è sempre positivo, Dio è amore, e l’amore è positivo! Dopo che Gesù è venuto nel mondo non si può fare come se Dio non lo conoscessimo, come se fosse solo una persona qualunque, una cosa astratta, vuota, senza senso; no…Dio ha un volto concreto, ha un nome: Dio è misericordia, è fedeltà, è vita che si dona a tutti noi gratuitamente.

Per questo Gesù dice: “sono venuto a portare divisione”; non che Gesù ci voglia dividere tra noi, al contrario: Gesù è la nostra vera pace! Ma questa pace non è la pace dei “morti”, non è neutralità. Gesù non porta neutralità…questa pace non è un compromesso a tutti i costi. Seguire Gesù comporta rinunciare al male, all’egoismo, a non giudicare e criticare gli altri, e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi. E questo sì, che divide; lo sappiamo, divide anche i nostri rapporti più stretti. Ma dobbiamo fare attenzione: non è Gesù che divide! Lui ci da’ il criterio giusto da cercare di capire: vivere per se stessi, o vivere per Dio e per gli altri; farsi servire, o servire; obbedire al proprio io, o obbedire a Dio. Ecco in che senso Gesù è «segno di contraddizione». Dunque, questa parola del Vangelo non ci autorizza affatto all’uso della forza per diffondere la fede. È proprio il contrario: la vera forza del cristiano, di ognuno di noi è la forza della verità e dell’amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza. Fede e violenza (anche con le parole usate male) sono incompatibili! Invece fede e fortezza vanno insieme. Il cristiano non è violento, ma è forte. E con che forza? Quella della mitezza, con la forza dell’amore.

Carissimi, anche tra i parenti di Gesù vi furono alcuni che a un certo punto non condivisero il suo modo di vivere e di predicare, ce lo dice il Vangelo (cfr Mc 3,20-21). Ma sua Madre Maria lo seguì sempre fedelmente, tenendo fisso lo sguardo del suo cuore su Gesù, sul suo mistero.

Chiediamo a Maria che aiuti anche noi a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù e a seguirlo sempre…anche quando ci costa tanto. Amen.

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