Oggi la Chiesa celebra l’assunzione di Maria Santissima in anima e corpo

Commento al vangelo

Don Andrea Manzone
15/08/2016
Varie
Condividi su:

La festa che oggi celebriamo, sebbene abbia origini antichissime, esprime l’ultimo dogma proclamato dalla Chiesa nel 1950: Maria è assunta in cielo, in anima e corpo.

Ma cosa significa che Maria è assunta in cielo? Innanzitutto che Maria, come ascoltiamo nella Prima Lettura, condivide già la regalità di Dio: è il segno della donna “vestita di sole”, e il sole nella Scrittura è elemento proprio della divinità.

In Maria cioè vi è qualcosa di divino, ma…solo in Maria? No, perché ciò che è avvenuto in Maria avverrà anche in noi, se risponderemo alla grazia divina. È una dottrina che da troppo tempo abbiamo dimenticato: la divinizzazione dell’uomo. L’uomo, animale peccatore, è chiamato a diventare non solo come Dio, ma dio stesso. Lui per natura, noi per grazia.

Parteciperemo alla natura di Dio, alla divinità del Tre volte Santo. Ecco allora che la festa di oggi allarga l’orizzonte della nostra vita a confini ben più ampi della terra! Oggi è la festa del cielo, è la Pasqua di Maria! E allora basta rimanere ancorati sempre, solo e soltanto alle cose piccole e meschine, alle piccinerie che ci tengono incatenati alla terra: siamo chiamati al cielo, a contemplare le cose di lassù.

L’orizzonte si allarga ancora di più al futuro, alla meta a cui siamo chiamati; il mondo ci porta sempre a ricordare il passato, il cielo ci richiama al futuro, a dove stiamo andando! Noi siamo chiamati a rivestirci di sole, ad essere luce in questo mondo, a essere un segno, un dito proteso che indica agli uomini il cielo. Nell’et-et che caratterizza la nostra fede cristiana, tuttavia, la carne non è dimenticata, ma assunta. “Senza il corpo lo spirito dell’uomo non può né progredire né essere di alcuna utilità agli altri “ diceva san Bernardo. Il corpo è mezzo di carità, di salvezza, di opere.

Corpo e anima sono talmente legati che non si può pensare l’uno senza l’altro nell’uomo: nessuna attività umana è possibile solo e soltanto con una delle due. Maria dunque anticipa il glorioso futuro in cui corpo e anima saranno riconciliati, glorificati, divinizzati. L’assunzione di Maria è segno della vittoria sulla morte che il mistero pasquale di Gesù ha definitivamente sancito. La morte non può e non deve avere l’ultima parola: l’ultima parola è la vita, è la risurrezione, è un corpo spirituale divinizzato. Come si può dire allora che il cristianesimo disprezza il corpo? La nostra fede superesalta il corpo, perché esso diventa tempio di Dio, dimora dell’eterno; Gesù ha desiderato un corpo, messo e strumento della nostra salvezza: “caro cardo salutis” diceva Tertulliano nel III secolo: la carne è il cardine della salvezza. Maria, senza peccato, è divenuta dimora perfetta della divinità.

Facciamo spazio a Dio, lasciamo che prenda possesso di tutto noi stessi, e guardiamo verso il Cielo, la vera patria che ci aspetta.

Leggi altre notizie su SanSalvo.net
Condividi su: