Anche in questi giorni, come ogni anno, fiori e lumini hanno vestito a festa il nostro cimitero di San Salvo.
Oggi la Chiesa tramite i nostri sacerdoti di San Salvo e attraverso il brano delle beatitudini, ci invita a riflettere sul valore della morte e della vita e a desiderare di diventare santi. La santità non è una prerogativa solo degli altri. “Sant’Agostino si chiedeva: “Se ci sono riusciti loro, perché non posso riuscirci anch’io?”. “…Molti uomini e donne si sono fidati e affidati alle mani di Dio, e questo ha reso la loro vita, un capolavoro di bellezza, nonostante le loro miserie e le difficoltà.” “a santità è bruciare di passione per Dio e per gli uomini.” Il valore di un uomo si misura dalle poche cose che crea, non dai molti beni che accumula.»
Quando si vive un lutto c’è chi fa diventare il cimitero come un luogo dove andare anche tutti i giorni per sentire ancora vicini dei cari che non ci sono più e chi invece li frequenta solo in determinate occasioni per svariati motivi, non soffrire, voler ricordare il proprio congiunto solo da vivo e tanti altri svariati motivi. Ma in questo giorno tutti fanno visita al cimitero e ricordano anche persone che hanno semplicemente incontrato spesso per strada.
La festa di ognissanti viene fatta risalire al IV secolo quando si commemoravano i santi martiri e Bonifacio IV, nel V secolo, trasformò il “Pantheon” da struttura dedicata a Giove, in un edificio cristiano, dedicato a Maria Santissima, Regina di tutti i martiri. Nell’835 d.C. papa Gregorio IV volle porre le anime sante del paradiso come modelli di vita per tutti e spostò la festa dal 13 maggio al 1° novembre. Essendo il primo novembre giorno di calendario rosso, è anche l’occasione per fare una visita ai propri cari che si trovano al cimitero.