San Salvo vivrà due momenti molto intensi per ricordare le vittime delle Foibe, della deportazione e dell’esodo degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, nel periodo 1943/1947 (quando i soli esuli furono più di 250.000). Il primo, “Comprendere per non dimenticare” - indetto dall’Istituto d’Istruzione Superiore R. Mattioli in collaborazione con il Comune di San Salvo - si svolgerà mercoledì 8 febbraio 2017, dalle ore 10.15 alle 11.30, nell’aula magna della scuola. Il programma prevede i saluti della dirigente scolastica, Sara Solipaca, una ricostruzione storica del periodo, letture di brani di testimonianze di esuli da parte degli studenti, proiezioni di cortometraggi, gli interventi delle autorità e del sindaco, Tiziana Magnacca, e una conclusione affidata al prefetto della Provincia di Chieti, Antonio Corona.
Il secondo momento è previsto mercoledì 15 febbraio 2017, alle ore 11.30, presso il Monumento ai Caduti, indetto dal “Comitato Dieci Febbraio” e dal Comune di San Salvo. In questa occasione sarà deposta una corona di alloro a memoria delle vittime delle Foibe e della deportazione 1943/1947. Interverranno il sindaco Tiziana Magnacca, l’esule istriana Magda Rover e Marco Di Michele Marisi, responsabile provinciale “Comitato 10 febbraio”.
Ad entrambe le manifestazioni aderiscono le sezioni locali delle Associazioni dei Combattenti e Reduci, degli Alpini, dei Carabinieri e dei Bersaglieri, oltre a rappresentanze delle scuole cittadine.
Il sindaco di San Salvo nell’invitare la cittadinanza a partecipare ricorda che si tratta di una pagina della storia italiana ed europea ancora oggi tra le meno note benché meritevole di conoscenza e approfondimento per le tematiche che solleva. «La persecuzione razziale e gli scontri etnici, ideologici o religiosi sono infatti ancora presenti in diverse regioni del mondo, condizionando le relazioni tra gli stati e i popoli. Come hanno sottolineato gli studenti del Mattioli, il senso di tali manifestazioni è di affidarsi alla riflessione storica e alle testimonianze con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di una cultura che sia finalmente di autentico dialogo e di pace» conclude il sindaco Magnacca.